La salvaguardia delle lingue storiche minoritarie, lungi dall’essere un mero esercizio di conservazione del passato, si configura oggi come una sfida cruciale per la vitalità culturale e identitaria di una comunità. In Valle d’Aosta, l’impegno per il francoprovenzale, o patois, si concretizza in iniziative innovative che mirano a rianimare un patrimonio linguistico a rischio di estinzione, trasformandolo in un elemento dinamico e partecipativo.Il progetto, sostenuto dalla Regione e realizzato dallo Sportello linguistico, in sinergia con il Brel (Bureau Régional Ethnologie et Linguistique), non si limita alla documentazione accademica o alla catalogazione di termini arcaici. L’approccio si evolve verso la creazione di strumenti accessibili e coinvolgenti, capaci di generare un legame emotivo e pratico con la lingua. Un esempio tangibile è l’account Instagram @patoisvda, una piattaforma digitale concepita per raggiungere un pubblico ampio, anche al di là dei confini della comunità francofona tradizionale.Il manuale “Patoué eun secotse”, incentrato sulla variante di Aymavilles, rappresenta un ulteriore tassello di questo percorso. Il frutto di un decennio di ricerca e analisi, il manuale non ambisce ad essere un trattato di grammatica, ma piuttosto una guida pratica per un utilizzo consapevole e attivo del francoprovenzale nella vita quotidiana. L’integrazione di codici QR che rimandano a registrazioni audio permette un apprendimento più intuitivo e corretto della pronuncia, superando le barriere linguistiche e culturali.La passione e la dedizione che animano i professionisti coinvolti nel progetto, alcuni dei quali hanno addirittura modificato il proprio percorso professionale per dedicarsi alla salvaguardia del patois, testimoniano la profondità del legame tra la comunità e la propria lingua. Non si tratta di un’iniziativa improvvisata, ma di un impegno radicato che riconosce il valore intrinseco della diversità linguistica come elemento costitutivo dell’identità culturale.L’account Instagram, con le sue sezioni tematiche – “Dizionario dimenticato”, “Lezioni di patois”, “Ricordi viventi”, quiz interattivi, espressioni idiomatiche, toponomastica, e approfondimenti sulla letteratura locale – mira a risvegliare la curiosità, a rafforzare il senso di appartenenza e a incoraggiare un uso attivo e creativo del francoprovenzale. La diversità dei contenuti e la facilità di accesso rendono la piattaforma uno strumento prezioso per le nuove generazioni, aprendo nuove prospettive di apprendimento e di trasmissione del patrimonio linguistico. La sfida è trasformare il patois da lingua in pericolo a voce viva, simbolo di resilienza culturale e di identità condivisa.
Valle d’Aosta: il patois rinasce tra Instagram e manuali pratici
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