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domenica 26 Ottobre 2025

PAC 2028-34: l’agricoltura alpina chiede voce all’Europa.

La crescente frequenza di richieste di deroga e le inevitabili, spesso problematiche, modifiche in corso d’opera che hanno caratterizzato le precedenti politiche agricole comuni (PAC) impongono una revisione strategica e proattiva nella definizione della PAC 2028-34.
L’Assessore regionale all’Agricoltura e risorse naturali della Valle d’Aosta, Marco Carrel, ha sottolineato in apertura degli Stati Generali dell’Agricoltura Alpina la necessità impellente di un approccio “a monte”, ovvero di stabilire principi guida e linee guida chiare fin dalle prime fasi di progettazione della nuova PAC.
Il rischio concreto è quello di assistere a un’ulteriore accentramento decisionale a livello europeo, un processo percepito con crescente allarme dai territori montani, che minaccia la sostenibilità e la vitalità delle comunità agricole alpine.

Questa centralizzazione, unitamente alla prospettiva di una progressiva diminuzione delle risorse finanziarie destinate all’agricoltura, rappresenta una sfida esistenziale per l’agricoltura alpina, intesa non solo come attività economica ma come pilastro fondamentale per il mantenimento del paesaggio, della biodiversità e delle tradizioni culturali.
L’Assessore Carrel ha proposto, pertanto, la formulazione di un “decalogo” di esigenze specifiche del territorio agricolo alpino italiano, un documento programmatico che dovrebbe essere presentato agli organi decisionali europei.

Questo documento dovrebbe non solo definire le priorità e le necessità peculiari delle regioni alpine – come la gestione delle aree marginali, il sostegno alle piccole aziende agricole, la valorizzazione dei prodotti tipici e la tutela del capitale naturale – ma anche promuovere una collaborazione transnazionale, estendendo la proposta ad altri Stati dell’arco alpino.

Un’azione concertata, che coinvolga Austria, Svizzera, Germania, Slovenia, Francia e Liechtenstein, permetterebbe di amplificare il peso politico e l’incisività delle richieste provenienti dalle regioni alpine, garantendo una maggiore capacità di influenzare le politiche europee future.

Questo implica un cambio di paradigma: da una posizione reattiva, in cui i territori si trovano a dover negoziare deroga dopo deroga, a una posizione proattiva e propositiva, basata su una visione strategica condivisa e una forte coesione politica.

La proposta di Carrel non si limita a una mera richiesta di risorse finanziarie aggiuntive, ma mira a promuovere una politica agricola comune più equa, attenta alle specificità territoriali e capace di rispondere alle sfide ambientali, economiche e sociali che caratterizzano le regioni alpine.

Si tratta di un’opportunità per rafforzare il ruolo dell’agricoltura alpina come motore di sviluppo sostenibile e custode del patrimonio naturale e culturale europeo.

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