Acciaierie di Bolzano: Valbruna rinuncia, futuro incerto per i lavoratori.

La vicenda delle aree industriali delle Acciaierie di Bolzano, elemento cruciale per il futuro di centinaia di lavoratori e per l’economia regionale, si presenta come un nodo complesso, caratterizzato da una crescente incertezza.
La rinuncia del gruppo Valbruna, leader globale nella produzione di metalli speciali, a procedere con il sopralluogo dei terreni, passaggio formale propedeutico alla partecipazione alla gara per la concessione, solleva seri interrogativi sulla sostenibilità stessa del processo.

La decisione, riportata dal quotidiano Alto Adige, rischia di determinare la desertificazione della gara, lasciando in sospeso il destino di un patrimonio industriale di rilevanza strategica.

La preoccupazione serpeggia tra i lavoratori, non solo dei 580 impiegati nello stabilimento bolzanino, ma anche dei 1.200 attivi nel sito di Vicenza, evidenziando l’impatto interregionale della questione.

La rinuncia di Valbruna non è un semplice atto formale, ma il culmine di un disaccordo profondo con l’amministrazione provinciale, esprimendo una critica radicale alla logica sottostante alla gara stessa.
Secondo Valbruna, l’obbligo del sopralluogo, come imposto dalla Provincia, appare un onere ingiustificato e non conforme a principi fondamentali del diritto amministrativo.
La società contesta l’imposizione, argomentando che essa violi il principio del divieto di aggravio dei procedimenti amministrativi e i cardini della buona amministrazione, apparendo un ostacolo pretestuoso per un’azienda che opera legittimamente sulle aree in questione fin dal 1995.
La presenza continuativa e la solida operatività da quasi tre decenni, secondo Valbruna, dovrebbero concretizzare un diritto preferenziale nell’acquisizione dei terreni direttamente dalla Provincia, evitando la complessità e i rischi di una procedura competitiva.
Il governatore Arno Kompatscher, nel segno di una prudenza istituzionale, ha preferito non rilasciare commenti formali, probabilmente a causa della delicatezza del momento e della necessità di valutare attentamente le implicazioni della decisione di Valbruna.
La vicenda apre un ampio dibattito sulla gestione del patrimonio pubblico, sui criteri di assegnazione delle aree industriali e sulla necessità di trovare soluzioni che concilino gli interessi della collettività con quelli delle imprese, garantendo la continuità produttiva e la salvaguardia dei posti di lavoro.
Rimane da vedere se la Provincia riterrà opportuno rivedere i termini della gara o proporre alternative per evitare un vuoto che potrebbe compromettere il futuro dell’area industriale e del tessuto economico altoatesino.

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