Un provvedimento drastico e inatteso ha segnato la vigilia della partita Sudtirol-Palermo, valida per la terza giornata di Serie B, interrompendo bruscamente il flusso di passione e sostegno che i tifosi siciliani avrebbero potuto riversare sullo stadio Druso di Bolzano.
Con un comunicato a poche ore dal fischio d’inizio, il Commissariato del Governo per la Provincia di Bolzano ha disposto il divieto di accesso allo stadio per i residenti in Sicilia, invalidando i biglietti già venduti e promettendo rimborsi.
La decisione, percepita come una ferita all’identità sportiva e alla lealtà dei tifosi, ha suscitato un’ondata di sconcerto e disappunto, espressa con veemenza dal Palermo FC.
Il club rosanero, pur rinunciando a commentare la legittimità formale dell’ordinanza, ha manifestato con forza la propria indignazione per la sua tempistica, definendola penalizzante e in contrasto con i principi fondamentali dello sport.
La privazione del diritto di assistere a un evento sportivo, sottolinea il club, non costituisce una soluzione, bensì una negazione stessa di quei valori di partecipazione e condivisione che animano la comunità calcistica.
Il provvedimento si configura particolarmente grave per l’impatto sulle famiglie e sugli appassionati che, con mesi di anticipo, avevano pianificato e finanziato il viaggio, sostenendo spese significative in un contesto economico non sempre agevole.
Il Palermo FC si erge a voce di coloro che, con sacrificio e dedizione, sostengono la squadra, rifiutando ogni forma di irrispettosità verso i loro sforzi.
La vicenda ha generato un’ampia eco politica.
Carolina Varchi, segretario di presidenza della Camera dei Deputati e figura di spicco di Fratelli d’Italia, ha definito la decisione “inammissibile e senza precedenti”, annunciando un’interrogazione parlamentare urgente per accertare le motivazioni alla base del provvedimento e chiedere conto al Commissario del Governo.
Anche il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, ha espresso la sua profonda contrarietà, denunciando l’ingiustizia e l’irrispettosità dei tempi e dei modi.
L’assenza di motivazioni concrete legate alla sicurezza pubblica, soprattutto considerando la pacata storia delle trasferte del Palermo a Bolzano, aggrava ulteriormente la gravità della decisione.
Si tratta, in sostanza, di un atto che rischia di alimentare tensioni e pregiudizi, minando la fiducia tra tifosi e istituzioni e mettendo a repentaglio il diritto di vivere la propria passione calcistica in un clima di sicurezza e rispetto reciproco.
La vicenda solleva interrogativi profondi sulla gestione della sicurezza negli eventi sportivi e sulla necessità di trovare soluzioni equilibrate che tutelino l’ordine pubblico senza ledere i diritti e le aspettative dei tifosi.