Brescia, sgominata rete criminale: arresti e perquisizioni

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Un’operazione di ingegneria criminale, orchestrata in un intricato tessuto di relazioni e interessi illeciti, ha visto i Carabinieri e la Guardia di Finanza di Brescia compiere un significativo intervento nelle province di Brescia, Bergamo e Verona.
L’azione, disposta dal giudice per le indagini preliminari di Brescia su impulso della locale Direzione Distrettuale Antimafia, ha portato all’applicazione di misure cautelari nei confronti di otto individui, quattro dei quali in detenzione carceraria e quattro agli arresti domiciliari, accusati di tentato omicidio, tentata rapina, detenzione e porto illegale di armi e, soprattutto, di aver costituito e promosso un’associazione a delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti.

L’indagine, battezzata in codice, è scaturita da un episodio drammatico verificatosi nella serata dell’1 marzo 2024 a Montichiari, dove un imprenditore, figura centrale in un’attività specializzata nella gestione e smaltimento di rottami ferrosi e metalli, è stato brutalmente aggredito e ferito a colpi di arma da fuoco.

L’aggressività e la precisione dell’attacco suggerirono fin da subito la presenza di un disegno più ampio, ben oltre un semplice crimine passionale o una rapina improvvisata.
Le lesioni riportate dall’uomo, estese agli arti inferiori, alle braccia e all’addome, lo hanno condotto in condizioni critiche in ospedale, dove ha necessitato di un lungo e complesso percorso di riabilitazione.
Le indagini, condotte con scrupolosa meticolosità, hanno permesso di ricostruire un quadro allarmante.
Oltre a identificare il presunto esecutore materiale dell’agguato, un individuo con precedenti penali di origine albanese, gli investigatori hanno fatto luce su una rete complessa di connessioni e collaborazioni.
L’elemento più sconcertante emerso è il coinvolgimento di un agente della polizia municipale di Desenzano del Garda, sospettato di aver svolto un ruolo chiave nella promozione e nell’organizzazione dell’associazione criminale.
Questo soggetto, secondo le risultanze investigative, avrebbe agito in sinergia con un imprenditore bergamasco e con una cerchia di individui di nazionalità marocchina, creando un sodalizio dedicato al traffico internazionale di cocaina.
L’operazione non si è limitata agli arresti e alle misure cautelari iniziali.

Sono in corso ulteriori ventitré perquisizioni, dirette a ventitré ulteriori indagati, potenziali complici o beneficiari delle attività illecite.
Il complesso delle indagini suggerisce l’esistenza di una struttura criminale ramificata, capace di infiltrarsi in settori apparentemente distanti, come quello dell’amministrazione pubblica e della gestione dei rifiuti industriali, dimostrando una capacità di adattamento e di resilienza particolarmente preoccupante.

Il fenomeno, come spesso accade in queste circostanze, sottolinea la necessità di un controllo più stringente e di una maggiore cooperazione tra le forze dell’ordine a livello locale, provinciale e nazionale per contrastare efficacemente le nuove forme di criminalità organizzata.