Campania, motore DOP-IGP: un miliardo per l’economia regionale.

La Campania si afferma come motore trainante dell’economia italiana dei prodotti a denominazione d’origine protetta (DOP) e indicazione geografica protetta (IGP), con un valore stimato di quasi un miliardo di euro.

Questo dato, che posiziona la regione all’ottavo posto a livello nazionale e al primo in ambito meridionale, riflette una realtà agroalimentare profondamente radicata nella tradizione e proiettata verso un futuro di crescita sostenibile.

Il Rapporto Ismea-Qualivita delinea un quadro nazionale in cui il settore DOP-IGP genera complessivamente quasi ventuno miliardi di euro nel 2024, un incremento del 3,5% rispetto all’anno precedente.

Questa espansione, che si riflette in maniera omogenea in tutto il territorio nazionale, è particolarmente evidente nel Sud Italia e nelle Isole, dove la crescita si attesta al 3,4%, con un valore complessivo di 3,16 miliardi di euro.

La Campania, con un aumento del 3,1% e un valore totale di 945 milioni, si distingue per la sua rilevanza strategica.

L’impatto economico si distribuisce tra il comparto alimentare (846 milioni di euro) e quello vinicolo (99 milioni di euro), evidenziando la diversificazione e la ricchezza del patrimonio agroalimentare regionale.
La provincia di Napoli, in particolare, emerge come un polo di eccellenza, occupando l’ottava posizione tra le province italiane con il maggiore impatto economico generato dai prodotti DOP e IGP, con un valore di 330 milioni di euro e un incremento dell’11,7% rispetto all’anno precedente.
Questo dato testimonia la forza di un tessuto produttivo locale, intrecciato con la storia, la cultura e l’identità del territorio.
L’analisi del valore generato dai singoli prodotti a livello nazionale rivela il peso cruciale di due eccellenze campane: la mozzarella di bufala campana DOP, che si posiziona al quarto posto con un valore di produzione di 529 milioni di euro, e la pasta di Gragnano IGP, stimata a 303 milioni di euro.
Questi risultati non sono frutto del caso, ma il risultato di una filiera attenta alla qualità, alla tracciabilità e alla valorizzazione del territorio.

La DOP della mozzarella di bufala, ad esempio, garantisce l’origine e la lavorazione del latte esclusivamente in determinate aree geografiche, mentre l’IGP della pasta di Gragnano salvaguarda le tecniche di produzione tradizionali e l’utilizzo di semola di grano duro di alta qualità.
La crescita di questi settori non solo genera ricchezza economica, ma contribuisce anche a preservare le tradizioni agricole, a promuovere lo sviluppo rurale e a creare opportunità di lavoro, consolidando il ruolo della Campania come custode di un patrimonio gastronomico unico al mondo.

La sfida futura sarà quella di rafforzare la consapevolezza dei consumatori, di promuovere l’export e di affrontare le sfide poste dai cambiamenti climatici e dalle nuove dinamiche del mercato globale, garantendo la sostenibilità e la competitività di queste eccellenze per le generazioni a venire.

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