Un atto di insensata violenza ha scosso la comunità ciclistica veneta, culminando nella presentazione di una denuncia formale presso la stazione dei Carabinieri di Teolo (Padova).
L’episodio, avvenuto sabato scorso lungo la Statale 12 in Valdadige, nei pressi di Dolcè (Verona), ha visto un gruppo di atleti della Società Ciclistica Padovani Polo Cherry Bank vittima di un’inaspettata aggressione: due colpi di pistola, sparati da un veicolo in transito, hanno interrotto bruscamente la loro sessione di allenamento.
La denuncia, depositata dal presidente della società, Galdino Peruzzo, rappresenta il punto di partenza di un’indagine complessa, volta a identificare e perseguire il responsabile di un gesto che, al di là della sua gravità intrinseca, solleva interrogativi inquietanti sulla sicurezza degli atleti e sulla crescente marginalizzazione di comportamenti irrazionali e pericolosi sulle strade pubbliche.
Le autorità militari, in possesso della targa dell’autovettura coinvolta, una Bmw Touring di colore scuro, hanno subito avviato una serie di accertamenti, trasferendo il fascicolo alla Compagnia Carabinieri di Caprino Veronese, competente territorialmente.
L’attenzione si concentra ora sulla ricostruzione precisa della dinamica degli eventi, attraverso l’analisi di eventuali testimonianze e l’acquisizione di immagini riprese da sistemi di videosorveglianza presenti lungo il percorso.
L’atto ha provocato sconcerto e preoccupazione all’interno della Federazione Ciclistica Italiana, che ha immediatamente espresso la volontà di costituirsi parte civile in un eventuale procedimento giudiziario.
Questa decisione sottolinea l’importanza di tutelare la dignità e l’incolumità degli atleti, oltre a rafforzare il messaggio di zero tolleranza verso atti di violenza e irresponsabilità.
L’episodio si inserisce in un contesto più ampio di crescente attenzione alla sicurezza stradale, soprattutto in aree ad alta frequentazione da parte di ciclisti e altri utenti vulnerabili.
Si tratta di un monito a promuovere una cultura della convivenza civile e del rispetto reciproco, contrastando con determinazione ogni forma di aggressione e comportamento pericoloso.
L’indagine in corso mira non solo a individuare il colpevole, ma anche a contribuire a un cambiamento culturale che renda le strade più sicure per tutti.






