martedì 7 Ottobre 2025
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Crisi idrica in Italia: emergenza, costi e soluzioni urgenti

L’Italia si trova ad affrontare una crisi idrica complessa e multidimensionale, che si manifesta attraverso eventi estremi sempre più frequenti e intensi, e un progressivo deterioramento della qualità delle risorse idriche.
La fotografia che emerge è quella di un Paese vulnerabile, gravato da un debito idrico storico, aggravato dai cambiamenti climatici e dalle inadeguatezze strutturali e gestionali.

Tra il 2017 e il 2023, l’Osservatorio Città Clima di Legambiente ha documentato 142 eventi di siccità prolungata, mentre la Protezione Civile ha dichiarato 179 stati di emergenza legati ad alluvioni tra il 2013 e il 2022.

Questi eventi non sono solo fenomeni naturali, ma l’espressione di una gestione del territorio inefficiente e di una sottovalutazione dei rischi idrogeologici.

Le perdite economiche associate alla siccità, stimate in oltre 6 miliardi di euro solo tra la primavera del 2022 e i primi mesi del 2023 nel settore agricolo, testimoniano il peso di questa crisi sull’economia nazionale.

Nonostante il 75,1% delle acque superficiali e il 70% delle acque sotterranee raggiungano attualmente un buono stato chimico, la situazione è tutt’altro che rosea.

Persistono aree critiche di inquinamento, spesso legate a scarichi industriali non adeguatamente trattati, all’uso eccessivo di fertilizzanti in agricoltura e alla presenza di microplastiche negli ecosistemi acquatici.
Le proiezioni per il 2027 sono allarmanti: si prevede che il 30% dei corpi idrici superficiali e il 27% circa di quelli sotterranei non manterranno un buono stato chimico, compromettendo la disponibilità di acqua potabile e la salute degli ecosistemi.
La gestione delle risorse idriche in Italia è caratterizzata da una frammentazione di competenze e da una carenza di visione strategica.
Legambiente, in collaborazione con Utilitalia, ha elaborato 10 proposte concrete per il Governo, che spaziano dalla riforma della governance del settore alla promozione dell’efficienza idrica, dagli investimenti in infrastrutture resilienti alla riqualificazione degli ecosistemi.
Tra le priorità assolute vi è l’implementazione di una Strategia Nazionale della Risorsa Idrica, come richiesto dall’Europa, che definisca obiettivi e azioni coordinate per affrontare le crescenti crisi legate alla gestione dell’acqua.

Gli studi di istituzioni prestigiose come l’Università di Mannheim e la Banca Centrale Europea dipingono un futuro preoccupante.

Si prevede che la siccità del 2025 costerà all’Italia 6,8 miliardi di euro, una cifra destinata a salire a 17,5 miliardi nel 2029.

Questi dati evidenziano l’urgenza di un intervento radicale e di un cambio di paradigma nella gestione delle risorse idriche.
Negli ultimi decenni sono stati investiti circa 20,48 miliardi di euro in interventi di mitigazione del dissesto idrogeologico, con un tasso di completamento dei lavori pari al 35,7%.

Tuttavia, questi sforzi non hanno prodotto i risultati sperati, poiché il rischio idrogeologico è aumentato nel corso del tempo.

Ciò suggerisce che le misure adottate sono state spesso inadeguate, frammentate e prive di una visione sistemica.

È necessario un approccio integrato che tenga conto delle complesse interazioni tra territorio, clima, infrastrutture e attività umane.

La sfida che l’Italia si trova ad affrontare non è solo tecnica, ma anche culturale e politica.

È necessario un cambiamento di mentalità che promuova un uso più responsabile e sostenibile delle risorse idriche, coinvolgendo tutti gli attori sociali, dalle istituzioni ai cittadini, dalle imprese alle comunità locali.
Solo attraverso un impegno collettivo e una visione strategica sarà possibile garantire un futuro idrico sicuro e resiliente per il Paese.

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