Un’eredità di fede e comunità: il ritorno di Don Giancarlo Boffa TarlattaSamone e Salerano hanno recentemente accolto con commozione il ritorno di Don Giancarlo Boffa Tarlatta, figura cardine per la vita religiosa e sociale delle comunità per un arco temporale che si estende su quattro decenni.
Il suo legame con questi luoghi, intessuto di dedizione e pastorale, risale al 25 novembre 1984, data del suo insediamento come parroco di San Rocco.
Quarant’anni di guida non sono stati un percorso lineare, come egli stesso ha ricordato con profonda sincerità.
Per un periodo di sette anni, a seguito di un’indicazione vescovile, ha servito le parrocchie di Cascinette e del Sacro Cuore di Ivrea.
Tuttavia, il desiderio di tornare a Samone, unita alla volontà del nuovo Vescovo, lo ha ricondotto nel luogo che era diventato il fulcro della sua missione.
L’addio a Samone, avvenuto alcuni mesi prima, aveva lasciato un vuoto palpabile.
Il suo impegno non si era limitato all’aspetto strettamente religioso; Don Giancarlo aveva saputo creare un ponte tra la fede e la vita quotidiana, fungendo da punto di riferimento per le famiglie, i giovani e gli anziani.
La sua capacità di ascolto, la sua disponibilità e la sua saggezza lo avevano reso una figura amata e rispettata da tutti.
Il ritorno di Don Giancarlo, ora assistito dal giovane parroco Don Davide a Salerano, non è stato percepito come una semplice visita, ma come un segno di continuità, un’occasione per riaffermare i valori di fede, solidarietà e coesione sociale che hanno sempre caratterizzato queste comunità.
L’accoglienza da parte dei parrocchiani è stata intensa e sentita.
Tea Enrico, ex sindaca di Salerano, ha espresso la sua commozione, sottolineando l’importanza di un incontro che ha rappresentato un dono prezioso.
Questi gesti di affetto testimoniano l’impatto profondo che Don Giancarlo ha avuto sulla vita delle persone, lasciando un’eredità di speranza e di fede che continua a illuminare il cammino delle comunità.
La sua presenza, seppur in un ruolo diverso, rappresenta un invito a custodire e tramandare i valori che hanno reso queste realtà così uniche e legate indissolubilmente al suo nome.
Il suo esempio invita a una pastorale attenta alle dinamiche sociali e all’importanza del legame tra la comunità religiosa e il tessuto civile, ricordando che la fede è un dono da condividere e un impegno verso il bene comune.








