L’economia umbra nel primo semestre del 2025 ha navigato in acque di crescita moderata, con un aumento del Prodotto Interno Lordo dello 0,6%, un dato in linea con la performance nazionale ma che non cela alcune fragilità strutturali e nuove sfide.
L’analisi congiunturale della filiale di Perugia della Banca d’Italia dipinge un quadro complesso, caratterizzato da luci e ombre che delineano un percorso di transizione.
Il dinamismo familiare, trainato da un aumento dei consumi superiori alla media nazionale, rappresenta un elemento positivo, sebbene questa crescita sia stata in parte finanziata attraverso l’utilizzo di strumenti creditizi, sollevando interrogativi sulla sostenibilità a lungo termine di tale modello.
Un’indagine più approfondita rivelerebbe le tipologie di credito più utilizzate e il profilo dei nuclei familiari che vi ricorrono.
Il settore industriale, tradizionalmente pilastro dell’economia umbra, mostra segni di rallentamento.
La contrazione del fatturato e l’indebolimento degli ordini, con una componente estera particolarmente colpita, risentono pesantemente delle nuove barriere commerciali imposte dagli Stati Uniti, che hanno generato incertezze e ridotto la competitività delle imprese umbre sui mercati internazionali.
Questo scenario ha innescato un deterioramento del clima di fiducia imprenditoriale, un campanello d’allarme che indica una crescente cautela negli investimenti futuri e una revisione delle strategie aziendali.
L’impatto di queste barriere doganali necessita di una valutazione dettagliata, considerando i settori specifici più esposti e le possibili misure di mitigazione.
La costruzione, uscita da una fase di forte crescita, è penalizzata dalla fine degli incentivi fiscali per la riqualificazione edilizia e dal rallentamento degli investimenti pubblici, inclusi quelli legati alla ricostruzione post-sisma.
La fine degli incentivi ha agito come freno alla domanda, mentre l’incertezza sui tempi di realizzazione degli interventi pubblici ha dissuaso nuove iniziative.
Sarebbe utile analizzare la composizione degli investimenti post-sisma, per individuare aree di criticità e possibili interventi correttivi.
Fortunatamente, il terziario ha continuato a mostrare una resilienza notevole, beneficiando della ripresa dei consumi e, soprattutto, dell’esplosione del turismo.
I flussi turistici hanno registrato un aumento significativo, con una crescita più marcata per quanto riguarda i visitatori stranieri e le strutture ricettive alternative agli alberghi.
Il traffico aereo ha raggiunto livelli record, testimoniando la capacità dell’Umbria di attrarre flussi turistici di alta qualità.
Un’analisi più approfondita del turismo rivelerebbe le destinazioni più frequentate, le motivazioni dei visitatori e l’impatto economico sui territori.
La solidità finanziaria delle imprese umbre, confermata dalla Banca d’Italia, emerge come un fattore di stabilità in un contesto economico incerto.
Tuttavia, la contrazione del credito erogato alle piccole imprese rappresenta un elemento di preoccupazione, poiché potrebbe frenare la crescita e l’innovazione.
Si rende necessario un monitoraggio attento di questa tendenza e l’implementazione di misure di sostegno mirate.
Il mercato del lavoro ha continuato a generare opportunità, con un aumento dell’occupazione trainato principalmente dalla crescita dell’impiego femminile e autonomo.
L’incremento delle assunzioni, esteso a tutte le fasce d’età e tipologie contrattuali, ha contribuito a contenere il tasso di disoccupazione al 5%, un dato positivo che riflette la capacità dell’economia umbra di creare posti di lavoro.
La positiva dinamica del mercato del lavoro ha sostenuto il potere d’acquisto delle famiglie, sebbene parzialmente mitigato dalla ripresa dell’inflazione.
Il ritorno all’aumento delle erogazioni di mutui per l’acquisto di abitazioni segnala una ripresa del settore immobiliare e una maggiore fiducia dei consumatori.
L’accumulo di depositi e l’aumento degli investimenti finanziari indicano una maggiore propensione al risparmio e alla ricerca di opportunità di investimento.
In conclusione, l’economia umbra si trova in una fase di transizione, con luci e ombre che delineano un percorso complesso.
La capacità di affrontare le nuove sfide, mitigare i rischi e sfruttare le opportunità di crescita dipenderà dalla capacità di adattamento delle imprese, dalla capacità di risposta delle istituzioni e dalla capacità di innovazione dell’intera comunità.
Un monitoraggio costante dei principali indicatori economici e finanziari sarà fondamentale per orientare le politiche di sviluppo e garantire un futuro prospero per l’Umbria.







