Il mercoledì 15 ottobre si concluderà un capitolo epico nel ciclismo italiano: Elia Viviani saluterà le competizioni su strada prendendo parte al Giro del Veneto, un evento che vedrà il campione scaligero affrontare l’ultima sfida nel contesto familiare delle strade venete, con l’arrivo simbolico nella sua Verona.
Un addio annunciato, la degna conclusione di una carriera che ha incantato e ispirato generazioni di appassionati.
La decisione di Viviani non è frutto di una semplice resa, ma di una scelta ponderata, maturata alla luce di cambiamenti strutturali all’interno del suo team, la fusione con un’altra realtà sportiva che ha portato il campione a riflettere sul futuro e a riconoscere il momento giusto per un passaggio generazionale.
“Volevo decidere io quando dire basta”, ha dichiarato Viviani, esprimendo la volontà di controllare il proprio destino e di non cedere a pressioni esterne.
Resta la consapevolezza di poter ancora competere ad alti livelli, un fattore che lo spinge a concludere la sua carriera con un ultimo, ambizioso obiettivo: la conquista della maglia iridata ai Mondiali su pista di Santiago del Cile, a partire dal 22 ottobre.
La carriera di Elia Viviani è un mosaico di successi, un trionfo di passione e dedizione.
Tre medaglie olimpiche, un oro nell’omnium a Rio de Janeiro 2016 – un’immagine iconica che incarna la grinta e la determinazione del ciclismo italiano – un bronzo sempre nell’omnium a Tokyo 2021 e un argento nell’americana a Parigi 2024, condiviso con Simone Consonni, testimoniano il suo talento e la sua capacità di eccellere in discipline diverse.
Un palmarès arricchito da otto podi mondiali e oltre dieci ori europei, a cui si aggiungono novanta vittorie su strada, cinque tappe al Giro d’Italia, tre alla Vuelta e una al Tour de France, definiscono un percorso sportivo di ineguagliabile valore.
La scelta di concludere la carriera nel suo Veneto non è casuale, ma il risultato di una commistione di fattori emotivi e simbolici.
L’arrivo a Verona, la sua città, rappresenta un omaggio ai suoi tifosi, ai suoi amici e alla sua famiglia, coloro che hanno sempre sostenuto il suo sogno.
È un gesto di gratitudine verso un territorio che lo ha accolto e valorizzato, permettendogli di raggiungere traguardi straordinari.
Un addio, dunque, non solo sportivo, ma profondamente umano, un momento di condivisione e di celebrazione di una vita dedicata al ciclismo.
La sua eredità, però, rimarrà un esempio di perseveranza e passione per le generazioni future.