Un’ombra di incertezza e preoccupazione si addensa sul futuro del sistema informativo locale italiano, a seguito della presentazione di un emendamento alla Legge di Bilancio che rischia di compromettere in modo significativo il delicato equilibrio tra emittenti radiofoniche e televisive locali e gli operatori nazionali.
Le principali associazioni di settore – Confindustria Radio Televisioni, AERANTI-CORALLO e ALPI – esprimono con fermezza la loro contrarietà a questa manovra, che prevede una riduzione annuale di venti milioni di euro per il triennio 2026-2028, destinate a supportare l’emittenza locale.
La decisione, come sottolineato dalla relazione tecnica allegata, privilegia unicamente il comparto della carta stampata, incrementandone le risorse a discapito di un settore – quello delle emittenti locali – già gravato da sfide economiche di notevole portata.
Queste realtà, operanti in un contesto di crescente competizione, si confrontano quotidianamente con la potenza e la pervasività dei grandi operatori nazionali e delle piattaforme globali, che ne erodono costantemente quote di mercato e opportunità di sviluppo.
L’aspetto che desta maggiore allarme è la previsione di un meccanismo che conferisce al Presidente del Consiglio dei Ministri la facoltà di rimodulare la distribuzione del Fondo per il pluralismo attraverso un decreto, escludendo il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), organo primariamente competente in materia di radiodiffusione locale.
Tale scelta non solo introduce un elemento di instabilità e incertezza legislativa, ma riduce significativamente il ruolo istituzionale del MIMIT, compromettendo la sua capacità di garantire una gestione trasparente ed equilibrata delle risorse.
Le associazioni di categoria denunciano con forza questa decisione, definendola “gravissima” e potenzialmente catastrofica per la sopravvivenza di centinaia di imprese locali, il sostentamento di migliaia di lavoratori e, soprattutto, la salvaguardia del pluralismo informativo nei territori.
L’emittenza locale, infatti, svolge un ruolo cruciale nel garantire la rappresentazione delle specificità culturali e sociali di ogni comunità, offrendo un’informazione di prossimità che non può essere adeguatamente fornita dai media nazionali.
Questa manovra legislativa contrasta apertamente con le recenti dichiarazioni del Ministro Adolfo Urso, che aveva più volte ribadito l’impegno a garantire la continuità delle risorse destinate alle emittenti locali.
L’incoerenza tra le promesse e le azioni rischia di minare la fiducia nel governo e di creare un clima di profonda incertezza nel settore.
Le associazioni ribadiscono con urgenza la necessità di una revisione immediata dell’emendamento, chiedendo il ripristino delle risorse tagliate e il rispetto del ruolo del MIMIT.
Senza interventi correttivi tempestivi, entro la scadenza fissata per la giornata odierna, le conseguenze per il sistema informativo locale rischiano di essere irreparabili, con un impatto negativo sulla qualità della democrazia e sulla vitalità delle comunità locali.
La salvaguardia del pluralismo informativo non è un optional, ma un pilastro fondamentale per il benessere della società italiana.







