Il mosaico europeo rivela, con dati Eurostat 2024, una geografia stratificata di fragilità socio-economica.
Sebbene l’Unione Europea nel suo complesso mostri segnali di miglioramento in termini di inclusione sociale, persistono sacche di vulnerabilità che richiedono un’analisi approfondita e interventi mirati.
Tra queste, spiccano territori caratterizzati da un’elevata probabilità di povertà o esclusione, segnando una sfida cruciale per la coesione del continente.
In cima alla scala, con un tasso di rischio allarmante pari al 59,5%, si colloca la Guyana francese, un dipartimento d’oltremare la cui posizione geografica e la complessità della sua economia, fortemente dipendente dalla pubblica amministrazione, contribuiscono a una situazione di particolare difficoltà.
Questa realtà pone questioni di equità territoriale e di accesso ai diritti fondamentali, evidenziando la necessità di politiche specifiche per i territori ultraperiferici.
A seguire, il Sud Italia emerge come epicentro di fragilità.
La Calabria, con un tasso di vulnerabilità del 48,8%, testimonia una combinazione di fattori storici, economici e strutturali che ostacolano lo sviluppo e l’inclusione sociale.
Il territorio calabra, caratterizzato da una morfologia complessa, una carenza di infrastrutture e una storica dipendenza dall’agricoltura, affronta sfide significative in termini di occupazione, istruzione e accesso ai servizi essenziali.
Il rischio di povertà e l’esclusione sociale si alimentano di una spirale di depopolamento, disoccupazione giovanile e una limitata mobilità sociale.
La città autonoma spagnola di Melilla, situata in Nord Africa, si posiziona al terzo posto, con un tasso del 44,5%.
La sua posizione strategica e la sua identità ibrida, tra Europa e Africa, la rendono particolarmente vulnerabile a fattori socio-economici complessi, quali l’immigrazione, il mercato del lavoro informale e la dipendenza da finanziamenti esterni.
Infine, la Campania, con un tasso di vulnerabilità del 43,5%, riflette una realtà socio-economica segnata da disuguaglianze territoriali marcate, un mercato del lavoro precario e una carenza di investimenti in settori strategici come l’innovazione e la ricerca.
La complessità del tessuto criminale organizzato, la corruzione e la limitata efficacia delle politiche pubbliche contribuiscono ad alimentare un circolo vizioso di marginalizzazione e di esclusione.
Questi dati non rappresentano semplici numeri, ma riflettono la realtà di milioni di persone che lottano quotidianamente per superare ostacoli strutturali e per accedere a opportunità di sviluppo.
L’analisi delle cause profonde di queste vulnerabilità, che vanno dalla mancanza di accesso all’istruzione e alla formazione professionale, alla precarietà dei contratti di lavoro, alla scarsa qualità dei servizi pubblici, è fondamentale per definire strategie di intervento efficaci e per promuovere una coesione sociale duratura in Europa.
La sfida è quella di trasformare queste sacche di fragilità in opportunità di crescita e di inclusione, garantendo a tutti i cittadini europei il diritto a una vita dignitosa e a un futuro prospero.