Il Bentegodi, teatro di una partita intensa e ricca di pathos, assiste a un Inter coriacea che, grazie a un inatteso autogol di Frese, conquista tre punti fondamentali in una corsa allo scudetto sempre più affascinante.
La vittoria, la nona in dieci uscite, permette ai nerazzurri di ridurre il gap dal Napoli, ora a una sola lunghezza, in un campionato che si preannuncia all’insegna di una lotta al vertice senza esclusione di colpi.
L’Hellas Verona, nonostante l’amarezza per un risultato finale ingiusto, dimostra ancora una volta di possedere un’anima combattiva e un potenziale che meriterebbe un destino più fortunato.
Per novantatré minuti, gli scaligeri hanno arginato le velleità offensive dell’Inter, proponendo un calcio di grande organizzazione e con sprazzi di gioco di alta qualità.
Il destino, però, sembra aver voltato loro le spalle, negando il giusto premio per un’interpretazione di gioco degna di ben altro risultato.
Le scelte iniziali dei due allenatori delineano due approcci tattici distinti.
Chivu opta per una rivoluzione in esterni, schierando a sorpresa Luis Henrique e Carlos Augusto, e concede a Barella un turno di riposo, affidandosi all’esperienza di Zielinski.
Zanetti, dal canto suo, presenta una formazione prudente, con Bradaric e Frese a comporre la coppia di centrali di difesa e con Giovane e Orban a guidare l’attacco.
Il primo tempo si sviluppa secondo dinamiche prevedibili: l’Inter detta il ritmo, cercando di imporre il proprio possesso palla, mentre il Verona si chiude a riccio, sfruttando le rare occasioni per ripartenze rapide.
Lautaro Martinez, subito protagonista, si trova ad affrontare un Nelsson impeccabile, capace di neutralizzare un suo tentativo di rovesciata.
Il vantaggio nerazzurro, tuttavia, giunge grazie a una scheggia di genio: un angolo magistrale di Calhanoglu e una voleé potente e precisa di Zielinski che si insacca alle spalle di un incolpevole Montipò.
La reazione del Verona è veemente, ma gli attacchi vengono sventati dalla diga difensiva interista, con Bastoni che impensierisce Montipò con un colpo di testa.
Il talento di Giovane, tuttavia, accende la speranza locale: un’azione fulminante, un dribbling che lascia Bastoni sulla strada e un destro preciso che trafigge Sommer ristabiliscono il pareggio.
L’Hellas sfiora il vantaggio prima dell’intervallo con un tiro di Orban che si infrange sul palo.
La ripresa si apre con un Verona più determinato, un’Inter più remissiva.
Chivu tenta di ravvivare la partita con l’inserimento di Esposito, Barella e Dumfries.
Zanetti, invece, cerca di preservare la fragile linea difensiva con l’impiego di Niasse.
Nonostante gli sforzi, le porte rimangono chiuse fino al novantesimo, quando un innocuo cross di Frattesi si trasforma in un inaspettato autogol di Frese, regalando all’Inter tre punti pesantissimi e al Verona l’ennesima delusione.
Una partita che racchiude in sé la drammaticità di un campionato combattuto, dove anche un episodio fortuito può decidere il destino di un’intera stagione.







