L’emergenza Peste Suina Africana (PSA) continua a gravare sul territorio ligure, con un saldo di 1.141 carcasse di cinghiale risultate positive al virus, una cifra che supera significativamente i casi riscontrati in Piemonte, regione dove la malattia è stata identificata per la prima volta in Italia continentale.
L’episodio di Ovada, nel gennaio 2022, ha segnato l’inizio di una diffusione complessa, alimentata da dinamiche ambientali, comportamentali e logistiche che rendono il controllo della PSA una sfida ardua.
La Liguria, epicentro attuale della crisi, si trova ad affrontare una situazione particolarmente critica, con una concentrazione di casi che riflette la vulnerabilità del suo ecosistema e la densità della popolazione di cinghiali.
L’incremento dei casi positivi, distribuito tra diverse province – Genova, Savona e La Spezia – testimonia la rapida espansione del virus e la difficoltà di contenerlo attraverso le misure di controllo attualmente in atto.
Le nuove positività localizzate in comuni come Sestri Levante, Albisola Marina, Cairo Montenotte e Zignago sottolineano la necessità di un’azione coordinata e mirata a livello locale.
L’analisi dettagliata dei Comuni più colpiti rivela un quadro preoccupante.
Genova, con il suo territorio esteso e la presenza di aree boschive ad alta densità di cinghiali, si distingue per il numero più elevato di casi (276).
Tuttavia, anche comuni più piccoli, come Sassello, Rovegno, Uscio, Rossiglione e Torriglia, mostrano livelli di infezione significativi, evidenziando come la PSA si sia diffusa in modo capillare sul territorio.
Questi dati sottolineano l’importanza di interventi mirati non solo nelle aree più densamente popolate di cinghiali, ma anche in quelle considerate a basso rischio.
La PSA rappresenta una minaccia non solo per la fauna selvatica, ma anche per la filiera suina italiana.
La presenza del virus in aree adibite all’allevamento di suini domestici, anche se al momento limitata, potrebbe avere conseguenze economiche devastanti, con possibili blocchi commerciali e costi elevati per le misure di prevenzione e controllo.
La gestione dell’emergenza PSA richiede un approccio multidisciplinare che integri competenze veterinarie, ecologiche, economiche e gestionali.
Le strategie di controllo devono basarsi su un monitoraggio costante della popolazione di cinghiali, l’adozione di misure di prevenzione (come l’igienizzazione dei macelli e dei mezzi di trasporto) e l’implementazione di piani di abbattimento mirati, nel rispetto delle normative vigenti e con la partecipazione attiva delle comunità locali.
La ricerca di soluzioni innovative, come lo sviluppo di vaccini specifici e l’utilizzo di tecniche di tracciamento avanzate, rappresenta un’ulteriore priorità per affrontare questa sfida complessa e proteggere il patrimonio zootecnico italiano.
La collaborazione tra istituzioni, enti di ricerca e operatori del settore è fondamentale per mitigare l’impatto della PSA e garantire la sostenibilità del settore suinicolo.