cityfood
cityeventi
sabato 15 Novembre 2025

Marche: la Banca d’Italia smentisce la prosperità regionale

L’attuale quadro economico delle Marche, delineato dai recenti dati della Banca d’Italia, smentisce categoricamente le narrative di prosperità e successo veicolate dall’amministrazione regionale.

La consigliera Marta Ruggeri, del Movimento 5 Stelle, ha espresso profonda preoccupazione, evidenziando una situazione ben distante dagli entusiasmi ufficiali.
Il rapporto della Banca d’Italia rivela una fase ciclica ancora fragile per l’economia marchigiana, segnata da un’incertezza strutturale che ne compromette la vitalità.
La crescita, attestata allo 0,5%, appare anemica e insufficiente per innescare un’effettiva ripresa.

Questo dato, già insufficiente, è stato ulteriormente aggravato da un rallentamento tangibile già riscontrabile nel secondo trimestre dell’anno.
Non si tratta quindi di una ripresa robusta, ma di una crescita marginale, dipendente da fattori contingenti e vulnerabile a shock esterni.
Il cuore pulsante dell’economia regionale, il settore manifatturiero, è il barometro più eloquente della crisi.
La Banca d’Italia conferma la prosecuzione del declino industriale iniziato nel 2023.
La contrazione non è un fenomeno isolato, ma coinvolge comparti strategici come quello della moda, un pilastro dell’identità e della ricchezza delle Marche.
Le piccole e medie imprese, spina dorsale del tessuto produttivo, sono le più esposte a questa ondata negativa, sopportando il peso maggiore della crisi.
La diminuzione della produzione industriale (-1,5%), l’ulteriore calo delle esportazioni (-3,3%) e il deterioramento delle performance dei settori chiave – moda, tessile e calzature – dipingono un quadro desolante.

Mentre l’amministrazione regionale si vanta dell’accelerazione dei cantieri pubblici, l’industria, linfa vitale dell’economia, precipita in una spirale negativa.

L’aumento vertiginoso dei contratti di cassa integrazione, particolarmente drammatico nei settori simbolo come tessile, abbigliamento e meccanica, testimonia la perdita progressiva di posti di lavoro stabili, sostituiti da impieghi precarizzati e spesso stagionali nel settore dei servizi.

Questo fenomeno non solo erode il reddito delle famiglie, ma impoverisce anche il capitale umano e mina la coesione sociale.
Il rapporto della Banca d’Italia rivela un dettaglio critico: la crescita registrata è quasi interamente trainata dall’edilizia, alimentata da interventi legati al Sisma, al Bonus e al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che hanno immesso oltre un miliardo di euro nel territorio.

Questa crescita, tuttavia, si fonda su flussi straordinari, contingenti e, in parte, oggetto di feroci contestazioni all’interno della stessa maggioranza regionale.
Si crea quindi una distorsione artificiale che non riflette un reale miglioramento della competitività del sistema produttivo marchigiano.
Un aspetto particolarmente allarmante è lo spostamento della propensione al rischio: si registra un aumento dei prestiti immobiliari, mentre gli investimenti nelle imprese languono, paralizzati dall’incertezza e dalla debolezza della domanda.
Questa dinamica è una chiara indicazione del fallimento della Giunta nel creare un efficace ponte tra il settore pubblico e quello privato, un ruolo cruciale che il PNRR avrebbe dovuto ricoprire.
L’incapacità di stimolare l’innovazione, di favorire l’accesso al credito per le imprese e di creare un clima di fiducia è un freno allo sviluppo.
È tempo di abbandonare le autocelebrazioni e concentrarsi sulle priorità reali.

La consigliera Ruggeri sollecita un’azione immediata e mirata: sostegno concreto alle Piccole e Medie Imprese, promozione dell’innovazione tecnologica per l’industria, elaborazione di un piano strategico per il rilancio delle filiere in crisi, con particolare attenzione al comparto tessile-moda, vero gioiello del Made in Marche.
È necessario un cambio di passo, un approccio pragmatico e orientato ai risultati, per restituire alle Marche la prosperità e la competitività che meritano.
La sopravvivenza del tessuto produttivo marchigiano è a rischio e richiede un intervento urgente e incisivo.

- pubblicità -
- Pubblicità -
- pubblicità -
Sitemap