Il quadro economico nazionale nel primo semestre del 2025 rivela dinamiche preoccupanti per diverse regioni, con particolare attenzione alla performance delle esportazioni.
Il Molise, in questa analisi, emerge come una delle aree geografiche più penalizzate, segnando una contrazione tendenziale dell’export pari al -9,8%.
Questo dato, elaborato dall’ISTAT, si inserisce in un contesto più ampio di difficoltà per il commercio estero italiano, accentuato da fattori geopolitici e da una ripresa economica globale più lenta del previsto.
L’analisi più approfondita rivela che la flessione molisana è il risultato di una doppia contrazione: i Paesi extra UE mostrano una diminuzione significativa dell’export del -14,4%, mentre i mercati interni all’Unione Europea registrano un calo del -3,9%.
Questa divergenza suggerisce una complessità nelle cause sottostanti, potenzialmente legata a specifici accordi commerciali, cambiamenti nelle preferenze dei consumatori internazionali o a una maggiore competizione da parte di altri produttori.
La diminuzione del volume delle esportazioni molisane, quantificata in 66 milioni di euro rispetto allo stesso periodo del 2024 (passaggio da 675 a 609 milioni), non è un caso isolato.
Altre regioni del Sud Italia, tradizionalmente più esposte alla volatilità dei mercati globali, affrontano sfide simili.
La Sardegna, con una flessione del -17,3%, la Campania (-15,5%) e la Sicilia (-11,2%) condividono questo destino, indicando una vulnerabilità strutturale del tessuto economico meridionale.
È fondamentale contestualizzare questi numeri all’interno di un’analisi più ampia delle cause profonde.
La performance negativa non può essere attribuita unicamente a fattori esterni, ma riflette anche debolezze interne come la dimensione ridotta delle imprese molisane, la limitata diversificazione dei prodotti esportati e la minore capacità di innovazione tecnologica.
La dipendenza da settori tradizionali, spesso più soggetti a shock di mercato, incide negativamente sulla resilienza del sistema produttivo.
L’ISTAT sottolinea che la riduzione delle esportazioni non è solo una questione quantitativa, ma implica anche conseguenze qualitative.
La perdita di quote di mercato, la diminuzione degli investimenti in ricerca e sviluppo e la perdita di posti di lavoro sono solo alcune delle ripercussioni che richiedono interventi mirati e tempestivi.
La sfida per il Molise, e per le altre regioni in difficoltà, consiste nel rafforzare la competitività, promuovere l’internazionalizzazione delle imprese, favorire l’innovazione e attrarre investimenti esteri.
Politiche di sostegno specifiche, incentrate sulla formazione del capitale umano, sulla semplificazione burocratica e sulla promozione di filiere produttive specializzate, potrebbero contribuire a invertire la tendenza e a rilanciare l’economia regionale.
La collaborazione tra istituzioni pubbliche, mondo imprenditoriale e sistema di ricerca è essenziale per affrontare questa fase di transizione e costruire un futuro più prospero e resiliente.