Il Museo del Genio dell’Esercito Italiano a Roma inaugura una stagione ambiziosa, trasformandosi da luogo di conservazione storica a vero e proprio polo culturale vibrante.
L’apertura, fissata per il 31 ottobre, non è solo l’inizio di un nuovo ciclo espositivo, ma la celebrazione di un’identità museale rinnovata, arricchita da una biblioteca tecnica di 24.000 volumi, un centro di ricerca specializzato e un archivio fotografico di 30.000 immagini che testimoniano la storia militare italiana.
La scelta di ospitare “Vivian Maier.
The Exhibition” e “Ugo Nespolo.
Pop Air” incarna perfettamente questa visione.
Come sottolinea Iole Siena, presidente di Arthemisia, l’allestimento congiunto di queste due mostre riflette l’intento di creare un dialogo inatteso e stimolante tra epoche e sensibilità artistiche.
Vivian Maier, la fotografa amatoriale il cui lavoro è stato riscoperto postumo, rappresenta un’indagine intima e disincantata della realtà urbana, un resoconto visivo dell’umanità quotidiana, celebrato nel centenario della nascita con oltre 150 stampe e materiali audiovisivi.
La sua opera, caratterizzata da uno sguardo acuto e malinconico, si contrappone in modo affascinante all’opera di Ugo Nespolo, che con le sue monumentali sculture gonfiabili, reinterpretate in chiave pop e ironica, rilegge i canoni della scultura internazionale, offrendo una visione giocosa e contemporanea del patrimonio artistico.
Alessandra Taccone, presidente della Fondazione Terzo Pilastro, evidenzia come questo binomio espositivo trascenda la semplice esposizione artistica, configurando il Museo del Genio come un “hub” culturale dinamico, capace di tessere connessioni inattese tra la memoria storica e la creatività contemporanea.
Il museo non si limita a conservare il passato, ma lo interpreta e lo rende accessibile a un pubblico ampio e diversificato, favorendo la riflessione critica e l’apprezzamento della bellezza in tutte le sue forme.
Le due mostre, aperte al pubblico fino al 15 febbraio 2026, rappresentano un’opportunità unica per esplorare l’evoluzione del linguaggio visivo, dalla fotografia documentaria all’arte contemporanea, e per comprendere come l’ingegno tecnico, la rigorosità militare e l’estetica possano coesistere e arricchirsi reciprocamente, consolidando il ruolo del Museo del Genio come ponte ideale tra tradizione e innovazione.
L’allestimento vuole essere un invito a riflettere sul rapporto tra arte, società e memoria, stimolando la curiosità e l’interesse di visitatori di tutte le età.






