Il Natale torinese, con le sue luminarie che accendono la città, evoca il ricordo di Giovanni Anselmo, figura emblematica dell’Arte Povera canavesana, nato a Borgofranco d’Ivrea nel 1934.
Un artista che, pur lontano dai riflettori e spesso dimenticato, ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama artistico internazionale, come sottolineato dal sindaco Fausto Francisca in occasione della pubblicazione del volume “Piccole storie del mio paese” di Tony Ziliotto.
La sua parabola artistica, intrisa di umiltà e originalità, si snoda attraverso un percorso di sperimentazione polimaterica, distante dalle convenzioni e dalle logiche del mercato.
Anselmo, figlio di un salumiere, frequentò il Liceo Botta di Ivrea e coltivò una passione per il calcio, elementi che contribuiscono a delineare un profilo complesso e stratificato.
Negli anni Sessanta, trasferitosi a Torino, si dedicò all’esplorazione dell’Arte Povera, un movimento che, come un fiume carsico, si creava e si manifestava al di fuori dei canali istituzionali.
La sua opera “Torsione”, un’opera concettuale che sfida la gravità e le percezioni, è stata recentemente venduta all’asta da Christie’s a New York per la cifra considerevole di 6 milioni e 400 mila dollari, un riconoscimento tardivo ma significativo del suo valore intrinseco.
L’eredità artistica di Anselmo è disseminata in musei e gallerie di tutto il mondo, dal Castello di Rivoli alle prestigiose istituzioni parigine e newyorkesi.
La sua opera non si limita alla mera estetica; è un’indagine profonda sulla materia, l’energia e l’equilibrio, una riflessione sulla precarietà dell’esistenza e sulla potenza delle forze naturali.
L’utilizzo di materiali “poveri” – legno, metallo, terra, oggetti di recupero – diventa un atto di ribellione contro la mercificazione dell’arte e una celebrazione della bellezza intrinseca delle cose semplici.
La sua partecipazione al gruppo Arte Povera, accanto a figure come Michelangelo Pistoletto, Mario Gilardi e Jannis Kounellis, ha contribuito a definire un linguaggio artistico radicale e innovativo, capace di dialogare con la filosofia, la scienza e la politica.
Il Leone d’Oro alla Pittura nel 1990 consacra il suo ruolo di protagonista nel panorama artistico internazionale.
La scomparsa di Anselmo, avvenuta a Torino nel dicembre 2021, a 89 anni, ha lasciato un vuoto inestimabile, ma il suo lavoro continua a risuonare, invitandoci a riflettere sulla natura effimera dell’arte e sulla sua capacità di trascendere i confini del tempo e dello spazio.
Le luminarie di piazza Carignano, un omaggio silenzioso e luminoso a questo grande artista, testimoniano la sua profonda connessione con la sua terra natale e con la comunità che lo ha visto crescere.
La sua storia è un monito a riscoprire i talenti nascosti e a valorizzare il patrimonio culturale locale, riconoscendo il contributo di coloro che, con la loro creatività e il loro ingegno, hanno arricchito il mondo dell’arte.







