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Pronto Soccorso Urbino: Emergenza Sanitaria e Rischio per i Pazienti

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La situazione critica del pronto soccorso di Urbino, emersa in seguito alle dimissioni del direttore e all’evidente carenza di personale medico, solleva interrogativi profondi sulla tenuta del sistema sanitario regionale nelle Marche.
La consigliera Marta Ruggeri (Movimento 5 Stelle), con un’interrogazione al Consiglio Regionale, ha denunciato una gestione che appare più tolleranza che risoluzione di un problema strutturale.
L’elemento più allarmante è l’eccessiva dipendenza da personale medico esterno per coprire l’80% dei turni.
Questa pratica, ben nota all’amministrazione regionale, non solo evidenzia una grave carenza di risorse interne, ma espone anche a rischi per la qualità dell’assistenza e la sicurezza dei pazienti.
Medici “gettonisti”, spesso precari e non stabilmente integrati nel sistema, rappresentano una soluzione d’emergenza inadeguata a garantire un servizio essenziale come il pronto soccorso.
La loro condizione, spesso logorante e precaria, si traduce in criticità operative e in un rischio elevato di errori, come testimoniato dalle segnalazioni che li vedono coinvolti in situazioni di stress e di affaticamento.

L’assessore regionale alla Sanità, Paolo Calcinaro, ha tentato di minimizzare la gravità della situazione, riferendo di una procedura in corso per il reclutamento di un primario e di dirigenti medici.
L’assicurazione di una continuità assistenziale attraverso prestazioni volontarie di colleghi provenienti da altre strutture provinciali si configura come una “soluzione tampone”, inadeguata a risolvere il problema di fondo.

La consigliera Ruggeri ha giustamente sottolineato la necessità di rendere questi bandi più attrattivi, introducendo incentivi che contrastino la fuga di competenze e il depauperamento del personale medico, fenomeno che affligge l’intero territorio dell’AST di Pesaro e Urbino.

Si tratta di un problema più ampio che riguarda la capacità del sistema sanitario regionale di attrarre e trattenere professionisti qualificati, soprattutto nelle aree interne e marginali.

La denuncia di Marta Ruggeri va oltre la semplice critica alla gestione del pronto soccorso di Urbino.

Essa rivela un quadro più ampio di crisi del sistema sanitario regionale, caratterizzato da una progressiva erosione delle risorse e da una strategia sanitaria fallimentare che sta mettendo a dura prova gli ospedali dell’entroterra.

La recente chiusura della Murg, a soli sei mesi dall’apertura, è un ulteriore segnale di questa crisi profonda.
La situazione esige un intervento straordinario e immediato, che vada oltre le procedure di reclutamento standard.

È necessario un piano d’azione che preveda assunzioni stabili, incentivi mirati, la creazione di un tavolo tecnico permanente e, soprattutto, l’attuazione della riforma sull’emergenza urgenza, più volte annunciata ma finora rimasta lettera morta.
La riforma, se realizzata in modo concreto e non solo formale, potrebbe fornire le basi per una riorganizzazione del sistema sanitario regionale, garantendo una migliore distribuzione delle risorse e una maggiore equità nell’accesso alle cure, in particolare per le comunità che vivono nelle aree più remote e svantaggiate.

È fondamentale che l’amministrazione regionale prenda atto della gravità della situazione e agisca con tempestività e determinazione, per evitare che la crisi del pronto soccorso di Urbino si trasformi in una piaga più estesa e difficile da curare.

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