lunedì 20 Ottobre 2025
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Cagliari

Protesi d’anca su misura: un’innovazione sarda per l’acondroplasia

Al Policlinico Duilio Casula di Monserrato, un caso clinico di eccezionale complessità ha visto la realizzazione di un intervento chirurgico all’anca, una vera e propria sfida per la medicina rigenerativa sarda.

La paziente, affetta da acondroplasia, una rara malattia genetica che compromette la crescita delle ossa lunghe e predispone a un’artrosi precoce, ha beneficiato di una protesi d’anca completamente personalizzata, un’innovazione che segna un punto di svolta nella gestione di questa patologia.
L’intervento, eseguito dall’équipe di Ortopedia e Traumatologia diretta dal professor Antonio Capone, si distingue per l’impiego di tecnologie avanzatissime, tra cui la modellazione tridimensionale e la stampa 3D, una prima assoluta in Sardegna per questo tipo di procedura.
L’acondroplasia, oltre a determinare una ridotta statura, altera profondamente l’anatomia dell’articolazione dell’anca, rendendo inadatte le protesi standard.

L’impossibilità di impiantare soluzioni protesiche convenzionali rappresentava in passato una limitazione significativa nella gestione clinica di questi pazienti, costringendo spesso a compromessi terapeutici.
La protesi personalizzata, realizzata in lega di titanio, ha permesso di superare queste barriere, adattandosi perfettamente alla specifica anatomia della paziente e alle caratteristiche della sua patologia.

La creazione del modello tridimensionale è stata resa possibile da una sofisticata tomografia computerizzata, i cui dati sono stati elaborati nel laboratorio Unica3D LAB dell’Università di Cagliari, sotto la guida del professor Giuseppe Marongiu.

Questo approccio ingegneristico preciso ha garantito un’integrazione ottimale dell’impianto, minimizzando il rischio di complicanze post-operatorie e massimizzando la funzionalità articolare a lungo termine.

La realizzazione di un impianto così complesso è stata resa possibile grazie a una sinergia virtuosa tra diverse competenze e istituzioni.

La collaborazione tra gli ortopedici dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Cagliari e l’azienda Adler Ortho di Milano ha fornito le competenze specialistiche necessarie per la progettazione e la produzione dello strumentario chirurgico e dell’impianto definitivo.
L’intervento non si è limitato alla sola sostituzione articolare, ma ha previsto un approccio multidisciplinare che ha coinvolto infermieri e fisioterapisti, garantendo un percorso di riabilitazione precoce e mirato.

La paziente, infatti, ha iniziato la deambulazione assistita a distanza di soli due giorni dall’operazione, un risultato notevole che testimonia l’efficacia dell’approccio multidisciplinare.
«Le protesi su misura rappresentano un avanzamento significativo nella chirurgia protesica dell’anca, ma la loro applicazione va riservata a casi particolarmente complessi, a causa dei costi elevati e dei tempi di produzione prolungati», sottolinea il professor Capone.
Questa affermazione evidenzia come questa tecnologia rappresenti una soluzione d’eccellenza per casi selezionati, in cui i benefici superano ampiamente gli oneri.

Il futuro della chirurgia ortopedica si prospetta sempre più orientato verso soluzioni personalizzate e basate su tecnologie avanzate.

Il professor Marongiu prevede che l’integrazione di sistemi robotici possa ulteriormente ottimizzare i processi di produzione, riducendo i tempi e ampliando la disponibilità di questa tecnologia, aprendo nuove frontiere nella medicina rigenerativa e nella cura di patologie complesse.

Questa innovazione non solo migliora la qualità della vita dei pazienti, ma contribuisce anche a consolidare l’eccellenza del sistema sanitario sardo.

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