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Riorganizzazione TPL Emilia-Romagna: Verso un’unica azienda

Riorganizzazione del Trasporto Pubblico Locale in Emilia-Romagna: Un’Analisi Strategica tra Efficienza, Sostenibilità e Tutela dei LavoratoriLa Regione Emilia-Romagna si appresta a una profonda riorganizzazione del sistema di trasporto pubblico locale (TPL), un’operazione che mira a superare l’approccio precedente di una possibile holding e a convergere le risorse verso un’unica entità operativa.
Questa evoluzione strategica, fortemente auspicata dalle organizzazioni sindacali Filt Cgil e Fit Cisl, si inserisce in un contesto nazionale segnato da una progressiva riduzione delle risorse destinate al settore e da una crescente pressione competitiva.

L’iniziativa, che fa seguito a uno studio commissionato a Kpmg nel 2023, coinvolge le società Tper, Seta e Start, escludendo Tep, l’operatore che gestisce il servizio nell’area parmense e che ha optato per un modello “in house”.

La scelta di un’azienda unica, piuttosto che una holding, riflette la volontà di creare un soggetto dotato di una solida base finanziaria e operativa, capace di affrontare le sfide poste dalla liberalizzazione del settore e di garantire un servizio di qualità per i cittadini.

La convergenza delle società TPL esistenti non è solo una questione di efficienza economica, ma anche un’opportunità per ottimizzare l’utilizzo delle risorse umane e tecnologiche, eliminando duplicazioni e promuovendo la condivisione di competenze.
L’azienda unificata, mutuando il modello di Trenitalia-Tper nel contesto ferroviario, dovrebbe possedere la capacità di competere efficacemente nelle gare d’appalto e di scoraggiare l’interesse di operatori finanziari orientati esclusivamente alla massimizzazione del profitto a breve termine.

I sindacati sottolineano che un’azienda unica può rappresentare un volano per il miglioramento delle condizioni di lavoro e per il riconoscimento del valore del personale impiegato.

La creazione di sinergie operative e la riduzione dei costi consentirebbero di destinare maggiori risorse al salario e alla formazione dei dipendenti.

In quest’ottica, Filt Cgil e Fit Cisl si dichiarano pronti a collaborare attivamente con la Regione, elaborando una clausola sociale che tuteli i diritti dei lavoratori coinvolti nel processo di riorganizzazione, replicando l’esperienza positiva condotta in passato con Trenitalia-Tper.
Al di là delle implicazioni economiche e operative, la riorganizzazione del TPL si pone anche come un’opportunità per ripensare l’impatto ambientale del sistema di trasporto regionale.

L’azienda unica potrebbe accelerare l’introduzione di veicoli a basse emissioni, promuovere l’intermodalità e sviluppare soluzioni innovative per la mobilità urbana e periurbana, contribuendo così a migliorare la qualità dell’aria e a ridurre le emissioni di gas serra.
L’auspicio comune delle organizzazioni sindacali è quello di un confronto costruttivo e trasparente con la Regione, attraverso la creazione di un tavolo di lavoro dedicato, che permetta di approfondire le implicazioni del progetto e di garantire che le esigenze dei lavoratori siano pienamente considerate.
Questo dialogo, unitamente alla definizione di chiare garanzie sociali, rappresenta una condizione imprescindibile per il successo di un’operazione che ambisce a modernizzare il sistema di trasporto pubblico locale dell’Emilia-Romagna, assicurandone la sostenibilità economica, sociale e ambientale nel lungo periodo.

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