Il Giudice e l’Ombra: Una Storia di Giustizia e Fede tra i Crogioli SicilianiMichele Placido, figura poliedrica dell’arte italiana, intraprende un nuovo percorso narrativo per la Rai, cimentandosi alla regia di una miniserie che si propone di illuminare una delle figure più emblematiche della lotta alla mafia: Rosario Livatino.
“Il Giudice e l’Ombra”, titolo evocativo che suggerisce l’inevitabile confronto tra luce e tenebra, si configura come una coproduzione Rai Fiction – Goldenart Production, arricchita dal sostegno del Ministero della Cultura e delle istituzioni regionali siciliane, e destinata a risuonare ben oltre i confini nazionali.
La narrazione si immerge negli anni Ottanta, un’epoca segnata da tensioni sociali e dalla pervasività della criminalità organizzata in Sicilia.
Rosario Livatino, giovane magistrato agrigentino, si erge a baluardo di legalità, sfidando un sistema corrotto e mettendo a repentaglio la propria esistenza per difendere i principi fondamentali della giustizia e del diritto alla dignità umana.
La sua parabola, tragicamente interrotta il 21 settembre 1990 da un vile agguato, si traduce in un monito per le generazioni future.
Giuseppe De Domenico veste i panni del giudice Livatino, supportato da un cast di interpreti di grande talento, tra cui Leonardo Maltese, Nino Frassica, Michela De Rossi e Brenno Placido, a testimonianza dell’importanza del progetto.
Placido, ispirandosi alla lezione di maestri del cinema civile come Francesco Rosi, Pietro Germi e Mario Monicelli, ambisce a svelare la complessità umana sia del giudice che dei suoi carnefici.
Livatino non è soltanto un eroe della giustizia, ma anche una figura spirituale, il primo magistrato ad essere riconosciuto Beato dalla Chiesa, un “martire della giustizia e indirettamente della fede,” come lo definì Papa Wojtyla.
La serie vuole quindi indagare la dimensione interiore del magistrato, il suo profondo senso del dovere, la sua incrollabile fede, e contrapporli alla brutalità e alla mancanza di scrupoli dei suoi aguzzini.
“Tornare a lavorare per la Rai, in veste di regista, con un progetto di tale portata, rappresenta un’occasione unica,” afferma Placido, sottolineando l’importanza di questa fiction come veicolo di valori e ideali che necessitano di essere riscoperti e interiorizzati.
Livatino, per lui, incarna un modello di integrità morale e di servizio alla comunità, un esempio di come la coerenza e la fedeltà ai principi possano ispirare l’impegno civile quotidiano.
La serie non si limita quindi a raccontare una storia di coraggio e sacrificio, ma si propone di riaccendere la fiamma della legalità e di promuovere una cultura della responsabilità.
Le riprese, distribuite in dieci settimane, hanno scelto di immergersi nel paesaggio siciliano, nei luoghi autentici della vita e del martirio di Livatino.
Da Canicattì, la sua città natale, custode dei suoi ricordi familiari, ad Agrigento, con il suo Palazzo di Giustizia e il tratto della statale 640 teatro dell’attentato, ogni location contribuisce a restituire al pubblico la profondità del legame tra Livatino e la sua terra.
L’auspicio è che questa immersione totale nel contesto storico e geografico possa favorire una risonanza emotiva più intensa e contribuire a diffondere un messaggio universale di speranza e di impegno civile.