La Sardegna si confronta con una crisi idrica profonda, tangibile attraverso le immagini satellite che documentano la drammatica erosione del Lago Omodeo, il bacino artificiale più esteso dell’isola.
Le acquisizioni Sentinel-2, datate rispettivamente al dicembre 2023, 2024 e 2025, rivelano una progressiva riduzione dello specchio d’acqua, con le aree chiare che delimitano la costa a testimonianza di un ritiro inesorabile.
Queste fasce, interpretabili come indicatori visivi di una diminuzione significativa del volume immagazzinato, corrispondono a dati quantitativi allarmanti.
A fine novembre 2023, il Lago Omodeo contava 349,04 milioni di metri cubi d’acqua, pari all’83,30% della sua capacità totale.
Un anno dopo, a fine novembre 2024, il volume si era contratto a 256,71 milioni di metri cubi (61,27%).
Il quadro si fa ancora più critico a fine novembre 2025, quando il lago ospitava solo 187,44 milioni di metri cubi (44,74%).
Questi dati, resi possibili dal sistema di monitoraggio Copernicus Sentinel-2, non sono semplici numeri, ma riflettono la crescente fragilità di un ecosistema e le implicazioni socio-economiche per l’intera comunità sarda.
Il Lago Omodeo è solo un esempio, seppur emblematico, di una situazione generalizzata.
L’ultimo rilevamento dell’Autorità di Bacino della Sardegna, relativo al 30 novembre 2025, evidenzia che i bacini artificiali dell’isola sono riempiti solo al 35% della loro capacità, corrispondente a 638,34 milioni di metri cubi.
Questo dato, in calo dell’1% rispetto a fine ottobre, segna un decremento di ben otto punti percentuali rispetto a novembre 2024, testimoniando una tendenza negativa inarrestabile.
Nonostante alcune recenti precipitazioni, la situazione di emergenza idrica persiste in aree cruciali come la Baronia (Nuoro) e il Sulcis, zone strategiche per l’agricoltura e l’approvvigionamento idrico.
Tuttavia, la crisi non risparmia altre regioni, dalla Gallura e la Sassarese all’Oristanese e al Sud Sardegna.
L’Ogliastra rappresenta un’eccezione relativa, ma anche in questo territorio si avvertono le conseguenze di una gestione sempre più complessa delle risorse idriche.
La diminuzione delle riserve idriche non è solo un problema tecnico; è una sfida complessa che richiede un approccio multidisciplinare.
Servono investimenti in infrastrutture per il recupero dell’acqua piovana, la modernizzazione dei sistemi di irrigazione per ridurre gli sprechi, e, soprattutto, un cambiamento culturale che promuova un uso più consapevole e responsabile dell’acqua, risorsa preziosa e sempre più scarsa.
Il futuro della Sardegna dipende dalla capacità di invertire questa tendenza, implementando politiche sostenibili e promuovendo una gestione innovativa delle risorse idriche, per garantire un futuro resiliente e prospero per le generazioni future.






