Un’indagine complessa e di ampio respiro, denominata “Filobus”, ha portato alla luce un articolato sistema di manipolazione delle procedure di appalto per la fornitura di scuolabus in diversi comuni del Friuli Venezia Giulia.
La Guardia di Finanza di Udine, in stretta collaborazione con le Procure di Udine e Pordenone, ha ricostruito una trama di comportamenti collusivi che ha visto coinvolti funzionari pubblici e un’azienda con sede nella regione Veneto, per un valore complessivo di oltre 1,6 milioni di euro.
L’inchiesta ha rivelato una pianificazione meticolosa volta a escludere la libera competizione.
Funzionari comunali, apparentemente in una logica di accordo preventivo con un agente commerciale dell’azienda fornitrice, avrebbero predefinito specifiche tecniche e prezzi, plasmando i bandi di gara in maniera da rendere la vittoria della stessa azienda quasi preordinata.
I capitolati, deliberatamente formulati, si configuravano come barriere architettoniche per potenziali concorrenti, garantendo un quadro competitivo distorto.
Le accuse, formulate a carico di diciotto funzionari pubblici e del rappresentante aziendale, vertono su turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, un reato che incide direttamente sulla trasparenza e sull’imparzialità delle amministrazioni pubbliche.
Il presunto schema criminale non si limitava alla mera alterazione delle condizioni di gara, ma abbracciava una strategia volta a predeterminare l’esito delle procedure, compromettendo il principio della rotazione degli appalti e penalizzando altre imprese che avrebbero potuto offrire soluzioni più efficienti o innovative.
Il tribunale di Udine ha già espresso un giudizio significativo sull’indagine, emettendo sentenze in primo grado in quattro procedimenti penali collegati.
Due di questi si sono conclusi con condanne, sottolineando la validità dell’impianto accusatorio, mentre altri due hanno visto l’accoglimento di richieste di patteggiamento, indicando un riconoscimento di responsabilità da parte degli imputati.
L’indagine Filobus non si è limitata all’accertamento delle irregolarità procedurali, ma ha inoltre rilevato potenziali danni erariali, significativi per le casse dello Stato.
Questi danni, derivanti dalla mancanza di concorrenza e dalla possibilità che fossero state acquisite prestazioni a prezzi non ottimali, sono stati segnalati alla Corte dei Conti per un’ulteriore valutazione e per l’eventuale recupero delle risorse pubbliche.
L’inchiesta solleva interrogativi cruciali sulla governance delle amministrazioni locali e sull’importanza di rafforzare i controlli interni per prevenire fenomeni di collusione e corruzione che minano la fiducia dei cittadini e compromettono l’efficienza della pubblica amministrazione.






