Il giudice sportivo della Serie A, Gerardo Mastrandrea, ha disposto sanzioni disciplinari che interessano sia figure dirigenziali che calciatori, riflettendo un quadro di comportamenti irregolari verificatisi durante le recenti sfide del campionato.
Al centro dell’attenzione, l’espulsione e la conseguente squalificazione di Eusebio Di Francesco, tecnico del Lecce.
L’allenatore, al 23° minuto del match, ha espresso con veemenza il proprio dissenso per una decisione arbitrale, utilizzando un linguaggio ritenuto gravemente offensivo e improprio nei confronti del direttore di gara.
La protesta, proseguita anche al momento del provvedimento di espulsione, ha determinato la sospensione di due giornate, evidenziando la severità con cui l’organo giudicante intende affrontare comportamenti percepiti come una mancanza di rispetto verso le figure istituzionali del calcio.
Parallelamente alla vicenda riguardante Di Francesco, un turno di squalificazione è stato inflitto a Diego Carlos, difensore del Como, a causa della sua posizione di “diffidato”, un meccanismo disciplinare che prevede sanzioni più severe per i calciatori a rischio espulsione per comportamenti scorretti durante la partita.
Il ventaglio di sanzioni disciplinari non si limita a episodi direttamente legati al gioco.
Sono state infatti comminate ammende a diverse società per condotte considerate scorrette o per comportamenti inappropriati da parte dei tifosi.
Il Milan è stato multato di 10.000 euro per aver ritardato ingiustificatamente l’inizio della partita di circa quattro minuti, un dettaglio che riflette un’attenzione crescente verso la puntualità e il rispetto dei tempi stabiliti.
Il Lecce, oltre alla squalificazione dell’allenatore, deve fare i conti con una sanzione di 8.000 euro, derivante dal lancio di petardi, fumogeni e bottigliette da parte dei suoi tifosi.
Un comportamento che sottolinea la necessità di un maggiore controllo e di una più responsabile partecipazione del tifo.
Anche Lazio (7.000 euro), Fiorentina (5.000 euro), Bologna (2.000 euro) e Atalanta (1.500 euro) sono state penalizzate per simili infrazioni, che testimoniano un problema diffuso di comportamenti irregolari all’interno degli stadi.
Queste sanzioni, reiterate e significative, mirano a promuovere un ambiente sportivo più rispettoso delle regole, delle istituzioni e, soprattutto, della sicurezza di tutti i presenti.
Il quadro complessivo evidenzia un momento di riflessione sulla disciplina calcistica, con un’attenzione particolare al comportamento di allenatori, giocatori e tifosi, nel tentativo di preservare l’integrità e il decoro del calcio italiano.





