L’Espansione Verso il Sud-Est Asiatico: Sfide e Opportunità per le Imprese SardeIl dinamismo economico del Sud-Est asiatico rappresenta una frontiera di crescita cruciale per l’Italia, ma per la Sardegna la partecipazione a questo scenario globale si rivela un percorso costellato di incertezze.
Un recente report di Confindustria Sardegna, elaborato a seguito di una missione imprenditoriale in Thailandia, dipinge un quadro a due velocità: da un lato, la crescita inarrestabile dell’area ASEAN nell’economia mondiale; dall’altro, la debole e frammentaria presenza sarda, che rischia di relegare le imprese locali ai margini di un mercato in forte espansione.
L’area ASEAN, con la sua popolazione in crescita, l’aumento della classe media e il rafforzamento dei legami commerciali con l’Unione Europea, sta attirando investimenti significativi e offrendo opportunità senza precedenti.
Nonostante questo, l’export sardo verso i Paesi ASEAN presenta un andamento discontinuo, ben diverso dalla crescita costante e robusta registrata a livello nazionale.
Mentre le esportazioni italiane complessive hanno mantenuto una media annua di crescita del 10%, le esportazioni sarde fluttuano in modo irregolare, oscillando tra picchi e crolli che testimoniano una mancanza di strategia e di canali distributivi solidi.
L’analisi dei dati rivela una dipendenza marcata da specifici settori e mercati.
In passato, i macchinari e le apparecchiature esportate in Indonesia hanno rappresentato una quota preponderante dell’export sardo verso l’ASEAN. Successivamente, i prodotti chimici destinati alla Malaysia hanno contribuito in modo significativo.
Più recentemente, l’export di metalli verso la Thailandia ha segnato un’impennata.
Tuttavia, queste performance non si sono consolidate nel tempo, portando a una frammentazione dell’export e a una perdita di competitività.
Un aspetto particolarmente preoccupante è l’assenza o la presenza marginale di settori strategici per l’economia sarda nei flussi commerciali verso l’ASEAN. L’agroalimentare, noto per la sua qualità e tipicità, i prodotti in metallo, i materiali per l’edilizia e la cantieristica navale, settori in cui la Sardegna possiede competenze e vantaggi competitivi riconosciuti a livello globale, faticano a trovare spazio nei mercati asiatici.
Questo divario rischia di compromettere la capacità della Sardegna di inserirsi in un contesto commerciale sempre più competitivo, dove altre regioni italiane stanno consolidando la propria presenza.
Andrea Porcu, direttore di Confindustria Sardegna, sottolinea come questa volatilità dell’export rappresenti una minaccia concreta per la competitività delle imprese locali.
La capacità di generare crescita e occupazione dipende dalla stabilità dei mercati esteri e dalla possibilità di pianificare investimenti a lungo termine.
Senza un approccio strutturato e politiche mirate, le opportunità offerte dal Sud-Est asiatico rischiano di sfuggire.
La missione imprenditoriale in Thailandia, sostenuta dall’Assessorato regionale all’Industria, rappresenta un passo nella giusta direzione, ma non può essere considerata una soluzione definitiva.
Per garantire una partecipazione efficace e duratura, è fondamentale che le istituzioni regionali e nazionali investano in modo continuo nell’internazionalizzazione delle imprese sarde, fornendo supporto finanziario, consulenza specialistica e opportunità di networking. La stabilità politica e la coerenza delle politiche commerciali sono elementi chiave per creare un ambiente favorevole all’export e attrarre investimenti esteri.
In conclusione, il Sud-Est asiatico si appresta a diventare un palcoscenico cruciale per il commercio globale del prossimo decennio.
La Sardegna, per non perdere l’occasione di partecipare a questa crescita, deve superare le attuali debolezze strutturali e adottare un approccio strategico e coordinato, che coinvolga tutti gli attori economici e istituzionali.
Solo così sarà possibile trasformare le sfide in opportunità e garantire un futuro prospero per le imprese sarde nel contesto del mercato globale.






