Un’escalation di polemiche avvelena il clima politico a Terni, trascinando in una spirale di accuse partiti di diversa estrazione – Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra, Radicali, Partito Socialista Italiano – e il sindaco Stefano Bandecchi.
L’epicentro della contesa si concentra su comportamenti e dichiarazioni giudicate, da queste forze politiche, profondamente lesive del decoro istituzionale e della sensibilità collettiva.
Le critiche si concentrano su presunte smentite della gravità della crisi umanitaria nel conflitto israelo-palestinese, espressioni offensive rivolte a minori e, più recentemente, un tentativo di strumentalizzare il lutto per due giovani vite spezzate, apparentemente per deviare l’attenzione da contestazioni emerse in consiglio comunale.
Questi gesti, secondo i partiti, configurano una deriva inaccettabile, che trasforma il dolore, soprattutto quello infantile, in un’arma per fini politici.
Un elemento cruciale che alimenta la disputa è la separazione tra la sfera politica e le vicende giudiziarie relative a due ragazze sospettate di aver lasciato una sagoma con il volto del sindaco in una piazza pubblica.
Le indagini in corso, sottolineano le stesse forze politiche, sembrano escludere un coinvolgimento diretto di esponenti politici, minando così la narrazione di una montatura orchestrata.
L’auspicio è che le ragazze possano chiarire le motivazioni di un gesto giudicato incongruo e distante dalle pratiche e dai valori delle organizzazioni che hanno promosso una recente manifestazione pacifica.
La condanna si estende al tentativo, percepito come manipolatorio, da parte del sindaco di auto-presentarsi come vittima, dopo aver, a loro avviso, compromesso la reputazione delle istituzioni che ha il dovere di rappresentare.
Si ritiene che il sindaco sia il principale responsabile del clima di scontro, polarizzazione e di insulti che avvelena il dibattito pubblico.
Il gesto delle due giovanissime, definite “estranee alla politica”, viene interpretato come un effetto collaterale, un “frutto avvelenato”, di una cultura politica deteriorata, caratterizzata da una pericolosa commistione tra sfera privata e pubblica, tra dolore personale e propaganda politica.
La vicenda, lungi dall’essere risolta, rischia di lasciare una cicatrice profonda nel tessuto sociale ternano.