Tragedia in montagna: ritrovata senza vita Gianna Mino a Rassa

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La comunità biellese è addolorata per la tragica conclusione di una ricerca che ha mobilitato un imponente dispositivo di soccorso.

Gianna Mino, sessantatreenne residente a Tollegno, è stata ritrovata senza vita in un’area impervia del Comune di Rassa, in provincia di Vercelli, ponendo fine a due giorni di angoscia e incessanti sforzi.
L’allarme era scattato domenica sera, quando il figlio, con cui la donna aveva intrapreso una escursione in montagna a Piedicavallo, ha constatato la sua scomparsa.

Ciò che doveva essere una piacevole passeggiata tra i sentieri alpini si è trasformato in un dramma, alimentato dalla natura aspra e imprevedibile del territorio montano.
La scomparsa di Gianna Mino ha innescato una risposta immediata e coordinata, coinvolgendo una vasta gamma di corpi specializzati.
I Carabinieri, primi ad essere allertati, hanno immediatamente avviato le indagini e gestito le comunicazioni.

I Vigili del Fuoco, con le loro squadre a terra ed un elicottero, hanno garantito la copertura aerea e l’accesso a zone difficilmente raggiungibili.
La Guardia di Finanza ha fornito supporto logistico e competenze specifiche per la ricerca in ambiente montano.

Il Soccorso Alpino, con la sua esperienza in operazioni ad alta quota, ha partecipato attivamente alle operazioni di ricerca.

Il Nucleo SAPR, sfruttando le tecnologie dei droni, ha ampliato la capacità di sorveglianza e localizzazione.
Unità cinofile specializzate hanno contribuito alla ricerca, sfruttando il fiuto dei cani per individuare tracce.
La Croce Rossa ha fornito supporto medico e logistico, mentre la Protezione Civile ha coordinato le risorse e gestito le comunicazioni con le autorità e le famiglie coinvolte.

Le operazioni di recupero del corpo, rese particolarmente complesse dalla conformazione del terreno, sono tuttora in corso, con l’intervento dell’elicottero “Drago” dei Vigili del Fuoco e di numerose squadre a terra.

La tragedia evidenzia la fragilità umana di fronte alla potenza della natura, anche in aree apparentemente familiari.
Le cause del decesso sono al vaglio delle autorità competenti, ma l’evento lascia un segno profondo nella comunità biellese, che si stringe attorno alla famiglia Mino.
La scomparsa solleva, inoltre, interrogativi sull’adeguatezza delle misure di sicurezza e di prevenzione in ambienti montani, spingendo a una riflessione più ampia sulla responsabilità individuale e collettiva nella fruizione di questi spazi.