La comunità di Torri di Quartesolo, nel vicentino, è scossa dalla tragica scoperta del corpo di Diana Canevarolo, 49 anni, avvenuta nella mattinata di giovedì.
La donna è stata rinvenuta senza vita nel cortile della sua abitazione, avvolta in una macchia di sangue, e purtroppo, nonostante il trasporto d’urgenza all’ospedale San Bortolo, si è spenta nelle ore successive.
L’evento, avvolto nel mistero, ha immediatamente generato una serie di interrogativi che la squadra Mobile di Vicenza sta cercando di dirimere con rigore investigativo.
L’inchiesta, attualmente gestita dal procuratore berico Lino Giorgio Bruno, si trova di fronte a un quadro complesso, dove le ipotesi iniziali, seppur non escludono alcuna possibilità, delineano scenari possibili che spaziano dall’azione criminale a un incidente fatale.
La gravità delle lesioni riportate dalla vittima, in particolare una profonda ferita al cranio, rende preliminari gli accertamenti diretti per determinare la natura degli strumenti che potrebbero averla causata.
La presenza di traumi così significativi suggerisce una violenza inaspettata, ma non esclude un evento accidentale che, in circostanze ancora da chiarire, abbia portato a conseguenze mortali.
Per fare luce sulla dinamica dell’accaduto, un elemento chiave sarà l’autopsia, il cui conferimento è previsto per martedì.
L’esame autoptico, svolto da un medico legale incaricato, consentirà di stabilire con precisione la causa e il tempo della morte, oltre a fornire dettagli cruciali sulle lesioni subite da Diana Canevarolo.
L’analisi del corpo, con l’ausilio di tecniche specialistiche, potrebbe rivelare tracce di strumenti utilizzati, la direzione e l’intensità degli impatti, e fornire indizi preziosi per ricostruire l’accaduto.
La decisione di dichiarare la morte cerebrale, seguita dal periodo di osservazione previsto dalle procedure mediche, è stata una conseguenza diretta della gravità delle lesioni riscontrate.
La successiva dichiarazione di morte clinica ha sancito la perdita irreversibile delle funzioni vitali della donna.
Al momento, l’inchiesta non ha portato all’identificazione di indagati, ma le indagini proseguono con metodo e attenzione, coinvolgendo la squadra Mobile e il personale scientifico, che sta acquisendo e analizzando ogni elemento utile.
La ricostruzione degli ultimi giorni di vita della vittima, l’analisi di eventuali testimonianze e la raccolta di elementi concreti sono priorità assolute per fare luce sulla verità e garantire che la giustizia faccia il suo corso.
La comunità attende con ansia i risultati dell’autopsia, sperando di comprendere cosa abbia condotto a questa tragica e inattesa perdita.






