Valentina Peonio: Stabilizzata, Indagini su Complici e Arma Misteriosa

La vicenda di Valentina Peonio, 33 anni, segnata da una ferita da arma da fuoco avvenuta in Piazza Nascè a Palermo, si evolve con la stabilizzazione delle sue condizioni mediche.

Trasferita ora in chirurgia plastica per affrontare la rimozione dei proiettili residui, alcuni dei quali presentano difficoltà di estrazione e richiedono un approccio chirurgico più complesso, la sua prognosi, pur rimanendo cauta, mostra segnali positivi.
Parallelamente, l’inchiesta condotta dalla squadra mobile si concentra su Giuseppe Calì, il giovane di ventun anni arrestato con l’accusa di detenzione illegale di un’arma e, crucialmente, di aver sparato il colpo che ha colpito la donna.
La ricostruzione fornita da Calì riguardo al ritrovamento del fucile da caccia risalente al 1800, scoperto in un cassonetto, è stata accolta con forte scetticismo da parte degli inquirenti e dal giudice per le indagini preliminari, Rosario Di Gioia.

L’ammissione di responsabilità da parte dell’indagato, accompagnata dalla collaborazione nel recupero dell’arma, risulta problematica.
Calì ha agito solo a seguito di un intervento diretto delle forze dell’ordine che si sono recate presso la sua abitazione sollecitando la consegna di qualsiasi oggetto detenuto.

Inizialmente, il giovane aveva contestato con forza la richiesta, mostrando una reticenza che ora appare in contrasto con la successiva collaborazione.

Il Gip, analizzando gli elementi raccolti, solleva interrogativi significativi.

La condizione in cui è stato rinvenuto l’arma – smontata in due parti – appare incongruente con la presunta ignoranza di Calì in materia di armi da fuoco.

Questo dettaglio cruciale suggerisce la possibilità di un coinvolgimento di terzi, di un supporto nella dissimulazione dell’arma, o perlomeno di una conoscenza tecnica superiore a quella dichiarata dall’indagato.

L’azione di smontaggio, infatti, implica una certa abilità e conoscenza specifica, elementi che potrebbero indicare la presenza di una rete di supporto o di un complice che ha contribuito a occultare l’arma dopo lo sparo.

L’indagine, pertanto, si estende ora alla ricerca di possibili complici o di individui che abbiano fornito assistenza a Calì, cercando di ricostruire la dinamica completa dell’accaduto e le motivazioni alla base di un evento che ha profondamente segnato la comunità palermitana.

- pubblicità -
- Pubblicità -
- pubblicità -
Sitemap