Il giorno della verità si è finalmente presentato a Torino, dove il maxi processo ai militanti del centro sociale Askatasuna ha registrato un epilogo inaspettato. I giudici, dopo una lunga e complessa istruttoria, hanno deliberato la condanna di 18 degli imputati per vari reati, ma hanno anche assolto gli altri 8 accusati dall’accusa di associazione per delinquere in quanto il fatto non sussiste. Questo risultato è stato accolto con un applauso dai numerosi compagni e simpatizzanti dei 26 imputati presenti in aula, che hanno interrotto la lettura del dispositivo della sentenza.Le pene inflitte dagli giudici variano da 4 anni e 9 mesi ai 5 mesi di reclusione per singoli episodi. Nonostante l’assoluzione dall’accusa principale, gli imputati sono stati condannati per vari reati come rapina, danneggiamento e violenza contro le forze dell’ordine. La procura aveva chiesto condanne per un totale di 88 anni di carcere, ma i giudici hanno optato per una sentenza più misurata.L’esito del processo ha suscitato diverse reazioni, sia all’interno che all’esterno della sala d’udienza. Molti hanno visto la decisione dei giudici come un segno di clemenza e riconoscimento delle ragioni dei militanti del centro sociale Askatasuna, mentre altri l’hanno interpretata come una mancanza di coraggio da parte degli stessi giudici.Nel frattempo, i sostenitori dell’Askatasuna hanno continuato a manifestare fuori dalla corte di Torino per chiedere la liberazione dei propri compagni e ribadire il proprio sostegno alla causa del centro sociale. La vicenda continua ad essere oggetto di discussione e dibattito, anche se i giudici si sono pronunciati definitivamente.La storia dell’Askatasuna, fondata nel 2011 a Torino per dare una casa ai margini più sotterranei della città, è stata forgiata con la lotta contro l’esclusione e il rifiuto dell’inclusione in quanto forma di inclusione per sé stessi. Il centro sociale, attraverso manifestazioni, concerti e riunioni ha espresso la propria opposizione al progetto di gentrificazione della zona San Salvario.Il processo, che si è svolto nei mesi scorsi, ha raccolto le accuse delle forze dell’ordine per reati commessi tra il 2013 e il 2015. Gli imputati erano accusati di aver partecipato a rapine, danneggiamenti e violenze contro le forze dell’ordine.La sentenza ha suscitato diverse reazioni all’interno della comunità torinese. Alcuni hanno accettato la decisione dei giudici, ritenendo che i militanti siano stati giustamente condannati per i reati commessi. Altri invece hanno espresso dissenso e indignazione, considerando l’assoluzione dall’accusa di associazione per delinquere un segno di clemenza e riconoscimento delle ragioni dei militanti.Il dibattito continua ad essere acceso, con molti che sostengono la necessità di una giustizia più equa e trasparente. Inoltre, alcuni hanno espresso preoccupazione per la sorte degli imputati condannati e il rischio di una loro detenzione in carceri difficili.In sintesi, la sentenza emessa dai giudici torinesi rappresenta un momento importante nella storia del centro sociale Askatasuna. Sebbene l’assoluzione dall’accusa di associazione per delinquere sia stata accolta con gioia dai sostenitori dei militanti, il fatto che 18 imputati siano stati condannati per reati vari ha suscitato diverse reazioni all’interno della comunità torinese. La vicenda continua ad essere oggetto di dibattito e discussione, anche se i giudici si sono pronunciati definitivamente.
Askatasuna: l’epilogo inaspettato del maxi processo a Torino.
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