Durante la notte scorsa, un’azione coordinata di droni ha colpito la raffineria di petrolio First Plant situata nella regione russa di Kaluga, generando un’ondata di esplosioni udite nel distretto di Dzerzhinsky. I media russi, citati da Ukrainska Pravda, hanno riportato l’accaduto mentre il Moscow Times ha documentato che l’attacco ha provocato un incendio presso un deposito petrolifero nell’area circostante. Questo non è stato il primo attacco alla raffineria, poicheeacute; già lo scorso 15 marzo era stata presa di mira. La capacità produttiva della First Plant ammonta a 1,2 milioni di tonnellate all’anno, rendendo chiaro l’obiettivo strategico dell’attacco.Parallelamente all’attacco alla raffineria, un drone diretto verso Mosca è stato intercettato e abbattuto nella regione circostante dalla difesa aerea russa. Il sindaco Sergei Sobyanin ha confermato l’avvenimento sottolineando la gravità della situazione e l’impegno delle autorità nel proteggere la capitale da potenziali minacce aeree.Questi eventi evidenziano una crescente preoccupazione per la sicurezza e la stabilità della regione, con attacchi mirati che mettono in discussione la vulnerabilità delle infrastrutture critiche e la necessità di rafforzare le difese contro minacce esterne. Le implicazioni geopolitiche di tali azioni richiamano l’attenzione sulla complessità dei rapporti internazionali e sulla costante ricerca di equilibrio tra potenze mondiali.
Attacchi con droni in Russia: raffineria colpita a Kaluga e drone abbattuto vicino a Mosca.
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