Nel corso del 2022, in Italia si è registrato un aumento significativo del numero di Interruzioni Volontarie di Gravidanza (IVG), con un totale di 65.661 casi notificati, rappresentando un incremento del 3,2% rispetto all’anno precedente. Questi dati emergono dalla recente Relazione del Ministero della Salute riguardante l’applicazione della Legge 194/78, la quale è stata presentata al Parlamento e resa pubblica attraverso il portale Prochoice.it.Un aspetto preoccupante è il crescente numero di IVG tra le ragazze minorenni: ben 1.861 under18 hanno scelto di interrompere la gravidanza nel corso dell’anno, costituendo il 2,8% di tutti gli interventi effettuati in Italia. Il tasso di abortività tra le giovani è salito al 2,2 per 1000, in aumento rispetto ai valori registrati negli anni precedenti (2,1 nel 2021 e 1,9 nel 2020).Un’altra tendenza rilevante riguarda il cambiamento nella pratica medica: il numero di medici obiettori è in diminuzione e per la prima volta le IVG farmacologiche hanno superato quelle chirurgiche come metodo preferito. Questo scenario evidenzia una trasformazione nel panorama sanitario italiano e solleva importanti questioni etiche e sociali legate alla salute riproduttiva delle donne.La riflessione su questi dati richiede un approfondimento sulle cause sottostanti a questo fenomeno e sull’efficacia delle politiche pubbliche volte a garantire l’accesso alle cure e all’informazione sulla contraccezione. È fondamentale promuovere una maggiore consapevolezza sui diritti riproduttivi e sulla prevenzione delle gravidanze indesiderate, al fine di ridurre la necessità ricorrente di ricorrere all’IVG e favorire una cultura della salute sessuale responsabile.
Aumento IVG in Italia nel 2022: sfide e riflessioni
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