Aumento preoccupante delle misure punitive contro i minori: boom di provvedimenti nel 2024

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L’aumento esponenziale delle misure punitive nei confronti dei minori negli istituti penali italiani è un trend preoccupante che emerge dai dati relativi ai primi nove mesi del 2024. Secondo il dossier “Tutti dentro” pubblicato dalla rivista ‘lavialibera’, in collaborazione con Libera, Gruppo Abele e l’associazione Antigone, si è registrato un vero e proprio boom di provvedimenti emessi nei confronti dei giovani delinquente. Questo aumento vertiginoso si attesta su numeri impressionanti: dai 380 provvedimenti del 2023 si è passati agli 819 dei primi nove mesi del 2024, rappresentando oggi il 20% del totale delle misure punitive.Tra le misure più utilizzate vi sono gli avvisi orali del questore, strumento introdotto dal decreto Caivano per la prevenzione della violenza giovanile insieme all’ammonimento. Tuttavia, l’aumento più significativo riguarda l’applicazione del Daspo, originariamente pensato per contrastare il tifo violento ma esteso progressivamente con i decreti Minniti, Salvini e Lamorgese. In meno di sette anni, l’applicazione di questa misura è cresciuta dell’800%, evidenziando una tendenza sempre più repressiva verso i minori coinvolti in attività criminali.Dal punto di vista geografico, la Lombardia risulta essere la regione con il maggior numero di provvedimenti emessi nel periodo tra gennaio 2017 e settembre 2024 (2.349), seguita da Campania (2.076), Sicilia (1.359), Veneto (1.356) ed Emilia Romagna (1.016). Nelle grandi città, Roma si distingue per il maggior numero di provvedimenti contro i minori (85), seguita da Napoli (84), Torino (67), Palermo (66) e Milano (60). Tuttavia, nel corso dei primi nove mesi del 2024 è Palermo a registrare il record con 44 provvedimenti emessi contro i giovani delinquenti.Il fondatore di Libera, Luigi Ciotti, esprime preoccupazione riguardo a questa tendenza retrograda nella giustizia minorile che sembra privilegiare la repressione rispetto all’approccio educativo e sociale. Ciotti sottolinea come sia fondamentale evitare che gli errori commessi dai ragazzi diventino una condanna per tutta la vita e invita a guardare al fenomeno della criminalità minorile attraverso una prospettiva più educativa e inclusiva anziché punitiva.

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