Un atto di inaudita sconsideratezza, che trascende la lesione alla persona per ferire profondamente il tessuto culturale e le radici identitarie di una comunità.
Questa è la condanna di Benedetto Grillo, presidente dell’Associazione Nazionale Bande da Giro (ANBG), in seguito all’aggressione subita a Molfetta da un musicista durante la festa patronale in onore della Madonna dei Martiri.
L’episodio, immortalato in un video virale, ha rivelato un gesto insensato: un passante ha colpito con una gomitata il musicista, interrompendo la sacra processione musicale.
L’assenza di reazione da parte dei presenti, amplifica il senso di sgomento e l’allarme suscitato.
Grillo, con lucidità, definisce la vicenda non un semplice fatto di cronaca, ma il sintomo di una crisi sociale e culturale più ampia.
La gratuità della violenza, la passività di fronte alla sofferenza altrui, denunciano una progressiva erosione dei valori fondanti della convivenza civile.
L’aggressione, paradossalmente perpetrata in una città che dovrebbe celebrare e custodire la tradizione bandistica, appare come una ferita aperta nel cuore del patrimonio immateriale italiano.
L’auspicio è che la vicenda stimoli una risposta corale.
Una presa di posizione formale da parte delle autorità ecclesiastiche, unita all’adesione del Comune di Molfetta come parte civile nell’azione legale, rappresenterebbe un segnale forte, un monito per chi intende negare l’importanza delle regole e della legalità.
Non si tratta solo di punire il responsabile, ma di affermare la centralità della cultura come antidoto alla barbarie, come baluardo contro il disordine e l’intolleranza.
La musica bandistica, con la sua ricchezza di sonorità, con l’armonia delle sue formazioni, con l’impegno e la passione dei suoi interpreti, incarna un ideale di bellezza, di coesione sociale e di ricerca della pace.
Essa rappresenta un patrimonio prezioso, un elemento imprescindibile dell’identità italiana, un veicolo di trasmissione di valori e di memorie.
Proteggere la musica bandistica significa tutelare l’anima stessa della società, difendere la nostra capacità di sognare, di emozionare, di costruire un futuro di armonia e di rispetto reciproco.
Significa, in definitiva, difendere la nostra umanità.