La manifestazione a sostegno della popolazione di Gaza, svoltasi a Bari il 14 giugno, è stata teatro di un episodio che ha sollevato interrogativi complessi sull’esercizio del diritto di protesta, la sicurezza delle forze dell’ordine e la potenziale commistione tra espressione artistica e comportamento illegale. Il culmine dell’evento si è concretizzato con l’arresto in flagranza differita di un giovane di 21 anni, accusato di lesioni a pubblico ufficiale, violenze, minacce e uso improprio di fumogeni, con conseguente pericolo per l’incolumità delle persone presenti.L’atto contestato, che ha determinato una prognosi di dieci e tre giorni per due agenti a causa di arrossamenti oculari e cervicali, ha innescato un iter giudiziario che si è concluso, almeno temporaneamente, con la convalida dell’arresto da parte del Tribunale di Bari. Nonostante la gravità delle accuse e l’applicazione del decreto sicurezza, il giudice non ha ritenuto sussistenti adeguate ragioni per mantenere il giovane in una misura cautelare, disposta quindi la sua scarcerazione dopo il periodo trascorso ai domiciliari.La vicenda si infittisce quando, durante l’interrogatorio, l’indagato, supportato dalla difesa costituita dagli avvocati Francesco Calabro e Marco Milillo, ha fornito una versione dei fatti che introduce un elemento inatteso: l’affermazione che il fumogeno faceva parte integrante di una performance teatrale, realizzata da artisti travestiti da clown. Questa narrazione solleva dubbi circa l’intenzionalità del gesto e la possibilità che l’evento rientrasse in una forma di espressione artistica, sebbene realizzata in un contesto di protesta pubblica. La difesa ha sostenuto l’assenza di volontà di aggressione nei confronti degli agenti e negato qualsiasi intenzione di lanciare il fumogeno verso di loro.L’episodio pone quindi una riflessione cruciale sull’equilibrio delicato tra il diritto fondamentale di manifestare il proprio dissenso e l’obbligo di garantire la sicurezza delle forze dell’ordine e dei cittadini. La natura artistica dell’azione, se confermata, potrebbe influenzare la valutazione della responsabilità penale, sollevando interrogativi sulla legittimità dell’applicazione del decreto sicurezza in contesti di performance pubblica.Il processo, al momento, è in una fase preliminare. La Procura ha richiesto un rinvio tecnico per valutare la possibilità di procedere con un rito alternativo, una procedura più snella rispetto al processo ordinario, oppure optare per il giudizio ordinario. La decisione che verrà presa determinerà il percorso giudiziario che si svilupperà nei prossimi mesi, con possibili ripercussioni sulla comprensione e sull’interpretazione del ruolo dell’arte e della performance nel contesto delle proteste pubbliche.
Bari, manifestazione a Gaza: arresto, performance artistica e rinvio a giudizio.
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