A Bari, la crescente ondata di protesta pro-Palestina continua ad animare la scena cittadina.
Un nuovo corteo, partito dalla storica Piazza Umberto I e diretto al Varco Dogana del porto, testimonia l’impegno incessante di studenti e collettivi sociali nel sostenere la popolazione palestinese.
L’iniziativa, promossa da un’ampia coalizione che include l’Assemblea per la Palestina, Potere al Popolo, USB, Cambiare Rotta e O.
S.
A.
, mira a sollevare un velo di trasparenza su attività commerciali opache che transitano attraverso il porto barese.
Dati forniti dagli organizzatori indicano che, a partire da agosto 2023, almeno cinque navi cargo, apparentemente regolarmente impegnate nella tratta Bari-Gioia Tauro, hanno operato come vie di transito per merci dirette a Israele e provenienti da esso.
Nonostante ripetute richieste formali rivolte alle autorità competenti, si registra un preoccupante silenzio riguardo alla natura precisa del carico trasportato, sollevando seri interrogativi sull’effettiva osservanza di normative internazionali e sulla potenziale complicità in attività economiche che supportano un regime accusato di genocidio e apartheid.
La presunta “tregua” mediata dall’amministrazione Trump è stata descritta come un mero artificio propagandistico, una facciata che maschera la persistente violazione degli accordi di cessate il fuoco.
L’interruzione degli aiuti umanitari diretti a Gaza e la chiusura del valico di Rafah, giustificate da Israele con l’accusa di violazione degli accordi da parte di Hamas, hanno ulteriormente aggravato la drammatica situazione umanitaria.
Il corteo di Bari, pertanto, si configura come un atto di disobbedienza civile e un appello alla coscienza collettiva, esortando a un’azione concreta e a una vigilanza costante.
Gli organizzatori ribadiscono la necessità di un impegno diffuso, un’intensificazione delle voci di protesta e una mobilitazione capillare, al fine di contrastare le politiche discriminatorie e le violazioni dei diritti umani perpetrate nei confronti del popolo palestinese.
Si pone l’urgenza di un’indagine approfondita sulle attività commerciali che coinvolgono il porto di Bari, al fine di garantire la piena trasparenza e la responsabilità delle istituzioni.






