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mercoledì 12 Novembre 2025

Confisca da un milione a Lerario, ex dirigente della Protezione Civile

Un’operazione di vasta portata ha portato alla confisca di beni mobili e immobili, quantificati per un valore superiore al milione di euro, a carico di Mario Lerario, ex dirigente della Protezione Civile regionale pugliese.
La misura, disposta dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, è conseguenza della condanna subita da Lerario per una serie di reati gravi, tra cui corruzione in atti d’ufficio, corruzione per abuso di posizione e falsità ideologica in documenti ufficiali.
Le condotte illecite, risalenti al periodo 2020-2021, durante il quale Lerario ricopriva l’incarico di responsabile della Protezione Civile, hanno permesso l’accumulo di un patrimonio incongruo rispetto alle sue dichiarazioni di reddito e a quelle dei suoi familiari.
Il provvedimento di confisca interessa un complesso articolato di beni, comprendente due aziende agricole, sei immobili adibiti a residenza e/o strumentali all’attività agricola, ben 45 appezzamenti di terreno per un totale di 14 ettari, un veicolo di lusso e una serie di investimenti finanziari.
L’azione della Guardia di Finanza, che ha condotto le indagini, ha evidenziato una discrasenza profonda tra la capacità reddituale dichiarata dall’ex dirigente e la sua famiglia e la crescita del loro patrimonio.

Tale incremento, ritenuto sproporzionato e ingiustificato, è stato collegato direttamente alla sua posizione di potere e alla commissione dei reati di corruzione.

La vicenda solleva interrogativi significativi sulla gestione delle risorse pubbliche e sulla necessità di controlli rigorosi a carico di coloro che ricoprono incarichi di responsabilità, soprattutto in settori sensibili come la Protezione Civile.
La confisca dei beni, oltre a rappresentare una sanzione pecuniaria, ha un valore simbolico importante, volto a restituire alla collettività risorse che sono state sottratte attraverso attività illecite e a dissuadere altri potenziali soggetti interessati a comportamenti analoghi.

L’operazione si inserisce in un contesto più ampio di contrasto alla criminalità organizzata e alla corruzione, con l’obiettivo di tutelare l’integrità del sistema amministrativo e di garantire la legalità nell’esercizio delle funzioni pubbliche.
Il caso Lerario rappresenta un monito per l’amministrazione pubblica e un segnale chiaro che l’impegno nella lotta alla corruzione è costante e determinato.

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