Nei dipartimenti di emergenza-urgenza degli ospedali della ASL Bari, una figura professionale chiave sta trasformando l’esperienza del paziente e ottimizzando l’ambiente di lavoro: l’infermiere di processo.
Questi specialisti, riconoscibili per l’uniforme bianca con la specifica identificazione sul retro, non sono semplici mediatori tra personale sanitario e famiglie, ma veri e propri pilastri per la sicurezza e l’efficienza del sistema.
L’introduzione di questa figura, frutto di un impegno regionale significativo, risponde a una visione strategica volta a rispondere alle complesse sfide che caratterizzano i pronto soccorso moderni.
La Regione Puglia, con la voce del Presidente Michele Emiliano, ha ribadito la centralità della formazione continua e specializzata per gli operatori sanitari, riconoscendone un fattore cruciale per la qualità del servizio offerto.
Il Presidente sottolinea come l’informazione trasparente e accessibile sia un elemento essenziale per alleviare l’ansia e la frustrazione di pazienti e loro cari, facilitando l’accettazione dei tempi di attesa e delle procedure necessarie.
La formazione degli infermieri di processo va oltre la mera comunicazione di informazioni; si focalizza sulla gestione di situazioni critiche, sulla prevenzione di eventi avversi e, in particolare, sulla riduzione del rischio di violenza nei confronti del personale sanitario.
La ASL di Bari evidenzia come questa preparazione specifica sia essenziale per tutelare gli operatori, sempre più esposti a comportamenti aggressivi in contesti di elevato stress.
Il direttore generale della ASL Bari, Luigi Fruscio, pone l’accento sull’importanza della comunicazione empatica e dell’ascolto attivo.
In un momento così delicato, legato alla preoccupazione per la salute di una persona cara, la capacità di ascoltare, di comprendere le paure e le aspettative dei pazienti e delle loro famiglie rappresenta un atto di cura a tutti gli effetti.
Questa dimensione umana del dialogo, integrata con la fornitura di informazioni chiare e tempestive, contribuisce a restituire valore all’esperienza complessiva del percorso di cura, rafforzando il rapporto di fiducia tra paziente, famiglia e personale sanitario.
L’infermiere di processo, dunque, non si limita a svolgere un ruolo di collegamento; diventa un punto di riferimento, un facilitatore, un vero e proprio “navigatore” all’interno del complesso sistema del pronto soccorso, contribuendo a migliorare la sicurezza, l’efficienza e, soprattutto, l’umanità dell’assistenza.
La sua presenza rappresenta un investimento strategico nella resilienza e nella qualità del sistema sanitario territoriale, un segnale di attenzione verso le esigenze dei pazienti e del personale sanitario.