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Licenziamenti a Foggia: 81 addetti in strada, scatta la mobilitazione

Un evento drammatico ha scosso la comunità industriale di Foggia il 16 ottobre, con il licenziamento immediato di ottantuno addetti alle pulizie e alla sanificazione impiegati presso lo stabilimento FPT Industrial.
La Servizitaliani srl, società appaltatrice del servizio, ha innescato un’escalation di preoccupazione e mobilitazione sindacale, sollevando interrogativi profondi sulle dinamiche del lavoro e la responsabilità sociale delle imprese.

I lavoratori, con un gesto di forte protesta, hanno mantenuto un presidio continuativo di fronte ai cancelli dello stabilimento fino alle ore notturne, testimoniando la loro determinazione a contestare una decisione che li ha colti di sorpresa, privandoli improvvisamente del loro sostentamento.

Le organizzazioni sindacali, Filcams CGIL, FISASCAT CISL e UIL Trasporti, hanno immediatamente attivato la procedura di urgenza, richiedendo un tavolo di confronto in prefettura per affrontare la questione con la dovuta attenzione e ricerca di soluzioni.

Secondo le informazioni emerse, la Servizitaliani srl, operante nel settore multiservizi, gestiva l’appalto per la pulizia e la sanificazione dello stabilimento foggiano da circa due anni.
Il licenziamento, giustificato con una procedura di “giustificato motivo oggettivo” e comunicato tramite canale telematico al centro per l’impiego, lascia spazio a interpretazioni divergenti e alimenta l’incertezza sul futuro dei lavoratori.
La scelta di ricorrere a una motivazione oggettiva, peraltro, solleva interrogativi sulla reale sostenibilità economica del servizio e sulle alternative considerate dalla società appaltatrice.
L’importanza cruciale del servizio di pulizia e sanificazione per il corretto funzionamento dello stabilimento FPT, precedentemente noto come Iveco-Fiat, è innegabile.

La sospensione di tale servizio avrebbe ripercussioni dirette sulla produzione e sulla sicurezza degli ambienti di lavoro, mettendo a rischio la continuità operativa dell’azienda.
In questo contesto, l’intervento diretto di FPT Industrial si configura come imperativo: l’azienda principale, responsabile del benessere dei propri dipendenti e del mantenimento di standard elevati di igiene e sicurezza, dovrebbe assumersi la responsabilità di mediare e trovare una soluzione che preservi i posti di lavoro.

La vicenda pone inoltre una riflessione più ampia sul fenomeno dell’outsourcing e sull’impatto che esso ha sulla stabilità occupazionale.

L’affidamento di servizi essenziali a società terze, spesso caratterizzate da una forte pressione sui costi, può portare a una precarizzazione del lavoro e a un’erosione dei diritti dei lavoratori.
È necessario un ripensamento delle politiche aziendali e un maggiore impegno da parte delle istituzioni per garantire condizioni di lavoro dignitose e tutele adeguate per tutti i lavoratori, anche quelli impiegati in attività considerate di “supporto”.
La solidarietà sindacale e la pressione dell’opinione pubblica sono strumenti fondamentali per contrastare pratiche irresponsabili e promuovere un modello di sviluppo economico più equo e sostenibile.

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