L’arresto di un uomo di 35 anni in provincia di Lecce, eseguito sulla base di un provvedimento di custodia cautelare emesso dal giudice per le indagini preliminari e richiesto dalla Direzione Distrettuale Antimafia, solleva inquietanti interrogativi sulla radicalizzazione online e la diffusione di ideologie estremiste.
L’indagine, nata da un’informativa dell’Agenzia di informazioni e sicurezza esterna (Aise), ha portato alla luce un profilo Instagram utilizzato dall’indagato per disseminare contenuti di natura terroristica, con un’escalation preoccupante che spazia dall’apologia del terrorismo islamico all’incitamento diretto alla violenza.
L’attività di contrasto, condotta congiuntamente dalla Digos di Lecce e dal Servizio centrale per il contrasto all’estremismo e al terrorismo della Direzione centrale della Polizia di Prevenzione, ha evidenziato come l’uomo abbia utilizzato la piattaforma social per veicolare messaggi complessi e pericolosi.
Non si trattava di semplici espressioni di supporto a organizzazioni come l’ISIS o alla Jihad islamica, bensì di un’azione mirata a influenzare e radicalizzare potenziali adepti.
L’indagine ha ricostruito un quadro allarmante: post e video, spesso in lingua araba con sottotitoli in inglese, non solo celebravano attacchi terroristici contro truppe militari statunitensi e in Francia, ma fornivano anche indicazioni esplicite e suggerimenti procedurali per la pianificazione e l’esecuzione di nuovi attentati.
Questa dimensione operativa, che va oltre la mera propaganda, rappresenta un elemento di gravità particolarmente rilevante.
L’accusa di istigazione a delinquere, aggravata dall’apologia del terrorismo e dall’utilizzo di strumenti informatici, riflette la consapevolezza che l’azione dell’indagato ha costituito un pericolo concreto per la sicurezza nazionale.
L’utilizzo di piattaforme online per diffondere radicalizzazione e incitamento alla violenza pone sfide sempre più complesse alle forze dell’ordine e agli organi di intelligence.
L’arresto sottolinea l’importanza cruciale della cooperazione tra le diverse agenzie di sicurezza, come Aise, Digos e la Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, per monitorare e contrastare la crescente minaccia derivante dalla radicalizzazione online e dalla diffusione di contenuti estremisti.
La capacità di intercettare e analizzare la comunicazione digitale di potenziali estremisti è diventata una priorità assoluta nella lotta al terrorismo, richiedendo investimenti continui in risorse umane e tecnologie avanzate.
L’indagine, ancora in corso, mira ora a ricostruire la rete di contatti dell’indagato e a comprendere le sue motivazioni, al fine di prevenire ulteriori episodi di radicalizzazione e violenza.








