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Sant’Oronzo torna al Sedile: un ritorno identitario per Lecce.

Dopo sei anni di assenza, il volto severo e maestoso di Sant’Oronzo ha ripreso a dominare la sua piazza, fulcro identitario di Lecce.
Il ritorno della statua originale, un’opera di Bartolomeo Falcieri che svetta imponente per i suoi cinque metri, segna la conclusione di un percorso complesso e articolato, un intreccio tra conservazione, fede popolare e partecipazione civica.
L’opera, precedentemente custodita all’interno di Palazzo Carafa, un luogo di transito e di riposo dopo il delicatissimo intervento di restauro, ha trovato la sua nuova collocazione all’interno del Sedile, il Palazzo del Seggio.
Quest’edificio storico, di straordinaria bellezza e testimonianza della ricchezza e del potere di Lecce nei secoli passati, si erge accanto alla colonna romana, un legame tangibile con un passato ancora più remoto, un’eco dell’antica Roma che ha lasciato il segno profondo nella città.

La decisione di accogliere Sant’Oronzo nel Sedile non è frutto di un’imposizione dall’alto, ma è l’esito di un percorso partecipativo, un’iniziativa promossa dalla sindaca Adriana Poli Bortone che ha voluto coinvolgere direttamente i cittadini e i fedeli attraverso un sondaggio online.
Questo gesto sottolinea l’importanza attribuita alla volontà popolare nella gestione del patrimonio culturale e religioso, consolidando un legame di profonda appartenenza tra la comunità leccese e il suo protettore.

Il trasferimento della statua, un’operazione logistica di notevole complessità, è stato preceduto da un’attenta pianificazione e da un lavoro minuzioso, volto a garantire l’incolumità del manufatto e a minimizzare i disagi per la città.
Parallelamente, la copia gemella, realizzata con cura e fedeltà all’originale, è stata solennemente collocata sulla sommità della colonna romana, assicurando la perpetuazione del culto e la protezione della statua originale dagli agenti atmosferici, i nemici silenziosi del bronzo e del tempo.

Il ritorno di Sant’Oronzo al Sedile rappresenta più di un semplice riposizionamento di un’opera d’arte; è un atto di riappropriazione identitaria, un rinnovato omaggio al santo patrono e un invito alla riflessione sulla responsabilità della comunità nella salvaguardia del proprio patrimonio, materiale e immateriale.
Il Sedile, con la sua storia millenaria e la sua posizione privilegiata, diviene così un nuovo scrigno per custodire il volto di Sant’Oronzo, testimone silenzioso della fede e della resilienza del popolo leccese.

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