Una startup tarantina, befreest, guidata da Fabio Cerino, si distingue nell’ambito della sostenibilità ambientale, conquistando un ruolo di spicco nel cuore del Vaticano. L’azienda, specializzata in tecnologie all’avanguardia per il monitoraggio e il miglioramento della qualità dell’aria, sarà parte integrante del Progetto di Sostenibilità Ambientale ed Energetica della Basilica di San Pietro, un’iniziativa di portata globale che si concretizzerà con la presentazione ufficiale del 16 giugno nella Sala Stampa della Santa Sede.L’ingresso di befreest in Vaticano non è un evento isolato, bensì il coronamento di un percorso che coniuga l’eccellenza industriale tarantina con una visione di tutela del patrimonio culturale e di innovazione ambientale. Il progetto, promosso da Confindustria Taranto, rappresenta un’ambiziosa sinergia tra ricerca scientifica e applicazione tecnologica, coinvolgendo un network di istituzioni accademiche di primo piano: l’Università di Bari, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA), il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), il Politecnico di Milano, l’Università LUISS Guido Carli, l’Università Cattolica del Sacro Cuore e altre ancora.Fabio Cerino, ingegnere civile, imprenditore e figura chiave all’interno di Confindustria Taranto, ha contribuito attivamente alla genesi e all’evoluzione del progetto, con il supporto cruciale dell’associazione datoriale. Il sistema nose4.0, sviluppato da befreest, si distingue per la sua capacità di fornire dati in tempo reale sulla concentrazione di inquinanti atmosferici interni, agendo in maniera proattiva attraverso l’attivazione automatica di sistemi di ventilazione per garantire un ambiente più salubre. La sua applicazione, già consolidata in contesti diversi come scuole, abitazioni private e aree critiche come l’isola di Vulcano, testimonia la versatilità e l’efficacia della tecnologia.La collaborazione con il Professor Gianluigi de Gennaro dell’Università di Bari, sotto la direzione scientifica del Professor Walter Ganapini, ha rappresentato un elemento chiave per l’adattamento e l’ottimizzazione del sistema nose4.0 all’interno del complesso architettonico vaticano. Contestualmente, befreest è impegnata nel progetto Calliope, promosso dal Comune di Taranto, per estendere il monitoraggio anche agli ambienti esterni, ampliando ulteriormente l’impatto della tecnologia sul territorio.L’ambizione del progetto vaticano va oltre la sua applicazione immediata: befreest intende trasformare il modello sviluppato in un esempio replicabile per cattedrali, musei e siti storici in tutto il mondo. Questo approccio innovativo dimostra che la tutela del patrimonio culturale e l’innovazione tecnologica possono coesistere e sinergicamente contribuire alla sfida globale della sostenibilità, offrendo una soluzione concreta e scalabile per migliorare la qualità dell’aria e preservare il nostro patrimonio storico e artistico per le generazioni future. L’iniziativa si pone come un modello di responsabilità sociale d’impresa e di collaborazione tra pubblico e privato, promuovendo un futuro più sostenibile e resiliente.
Startup tarantina, befreest, monitora l’aria nella Basilica di San Pietro
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