Nella suggestiva cornice della sala consiliare comunale, si è celebrato un atto di profonda valenza civile e spirituale: la sottoscrizione del Documento per la Pace della Città di Taranto.
Un’iniziativa promossa dal Consiglio Comunale e siglata dall’adesione di ben cinquantacinque entità, un mosaico eterogeneo di istituzioni, associazioni, comunità religiose e organizzazioni che compongono il tessuto sociale tarantino.
Questo documento non è un mero accordo formale, ma un patto morale e civico ambizioso, volto a plasmare una comunità resiliente, fondata su pilastri di dialogo costruttivo, giustizia sociale, rispetto reciproco e accoglienza inclusiva.
Si riafferma, con forza, l’identità di Taranto come crocevia mediterraneo, un faro che sceglie deliberatamente la via della pace, opponendosi all’apatia e all’indifferenza che spesso minacciano la coesione sociale.
Il presidente del Consiglio comunale, Gianni Liviano, ha sottolineato come questa iniziativa rappresenti la voce di una comunità che riconosce la pace non come un’illusione irraggiungibile, ma come un percorso praticabile, un impegno quotidiano che affonda le sue radici nella coscienza individuale.
La vera sfida, ha evidenziato, risiede nella capacità di ciascuno di coltivare la pace interiore, di promuoverla come valore fondante della propria esistenza.
L’obiettivo è riscoprire il senso di appartenenza, riaccendere il desiderio di costruire un “noi” condiviso, capace di abbracciare e valorizzare le molteplici diversità che arricchiscono il panorama tarantino.
Il Documento per la Pace si articola attorno a cinque principi cardine: la responsabilità condivisa, che impone a ciascuno di sentirsi parte attiva nella costruzione del bene comune; la giustizia, intesa come equa distribuzione di opportunità e risorse; il rispetto, fondamento di ogni relazione armoniosa; il dialogo, strumento essenziale per superare incomprensioni e conflitti; e l’accoglienza, segno di apertura e solidarietà verso chi è diverso.
L’ampia platea dei firmatari, che include istituzioni chiave come l’Arcidiocesi, la Caritas, l’Università Lumsa, l’ASL, Arpa, Confindustria, e le organizzazioni sindacali Cisl, Uil, Acli, Anpi e il Crest, testimonia l’importanza e la risonanza dell’iniziativa all’interno della comunità.
Il sindaco Pietro Bitetti ha definito l’atto come un gesto di coraggio e civiltà, un segnale forte che proietta Taranto verso un futuro più equo, umanitario e condiviso, un futuro in cui la pace non sia un’utopia, ma una realtà tangibile.
L’impegno concreto si declina in azioni mirate: programmi di educazione alla pace rivolti alle nuove generazioni, collaborazioni rafforzate con le città del Mediterraneo, valorizzazione del patrimonio storico, artistico e culturale come veicolo di dialogo e comprensione reciproca, e promozione di iniziative volte a contrastare la marginalizzazione e l’esclusione sociale.
La speranza è che questo Documento per la Pace diventi un punto di riferimento costante, un faro che illumini il cammino verso una Taranto più giusta, inclusiva e pacificata.








