Nel cuore della Cisgiordania, a Iraq Burin, un piccolo villaggio situato a sud di Nablus, un gesto simbolico e profondamente significativo ha visto la piantumazione di un ulivo.
L’albero, dedicato alla memoria di Manlio Epifania, ecologista pugliese scomparso prematuramente, rappresenta un ponte tangibile tra due terre, due culture, due ideali.
Manlio, figura chiave nella promozione di modelli di agroecologia in Puglia, aveva lasciato un’eredità di impegno e innovazione, incarnata in progetti come il Parco Gargasole, l’orto sociale Ortogentile, gli orti urbani e le iniziative scolastiche dedicate all’educazione ambientale.
L’ulivo, albero sacro e simbolo di pace, prosperità e resilienza nel Mediterraneo e in particolare in Palestina, è stato scelto per onorare sia la memoria di Manlio che quella di coloro che hanno sacrificato la propria vita nella lotta per la libertà palestinese.
Hakema Hassan, rappresentante della Retaj women Cooperative, ha espresso questo legame profondo, sottolineando come la piantumazione dell’ulivo si configuri come un atto di ricordo e speranza, un tributo alle anime dei martiri che hanno creduto e lottato per la Palestina libera.
La Retaj women Cooperative, da tempo impegnata in progetti di sviluppo sostenibile e di empowerment femminile in Palestina, ha ospitato Hakema Hassan in un recente viaggio a Bari.
Durante la sua visita, Hakema ha potuto conoscere da vicino le realtà che Manlio Epifania aveva contribuito a creare: Ortogentile, un bene comune agroecologico che incarna i principi di economia circolare e produzione etica; Villa Roth, un esempio di autogestione e comunità accogliente; e BreadeRoses, un progetto sociale che promuove l’accesso al cibo sano e alla formazione.
Queste esperienze hanno rafforzato il legame tra la cooperativa palestinese e la comunità barese, evidenziando la rilevanza dello scambio culturale e della solidarietà internazionale.
Come sottolineato da Solidaria, l’atto di piantare un albero di ulivo in Palestina è più di un semplice gesto simbolico.
È un’affermazione di impegno, un tributo a un uomo che ha dedicato la sua vita alla difesa dell’ambiente e alla giustizia sociale, e un riconoscimento del profondo legame che unisce il popolo palestinese e la comunità internazionale.
L’ulivo piantato a Iraq Burin rappresenta un seme di speranza, un invito a coltivare un futuro di pace, giustizia e sostenibilità per tutti.
Il suo apparato radicale affondato nella terra palestinese, le sue fronde protese verso il cielo, incarnano la resilienza di un popolo e la forza di un ideale.






