Il 18 luglio si alza il sipario sulla 51ª edizione del Festival della Valle d’Itria, un appuntamento musicale di respiro internazionale che quest’anno si radica a Martina Franca con il titolo evocativo “Guerre e pace”.
La curatela affidata alla compositrice Silvia Colasanti segna un punto di svolta nella storia del festival, proiettandolo verso nuove prospettive artistiche e tematiche.
L’inaugurazione, fissata nel cuore di Palazzo Ducale, celebra il ritorno, dopo quasi mezzo secolo, di “Tancredi” di Gioachino Rossini, un’opera che incarna le complessità del potere, dell’amore e della redenzione, riflettendo le tensioni intrinseche al tema che guida l’intera edizione.
Il festival, presentato a Bari alla presenza di figure chiave come Michele Punzi, presidente della Fondazione Paolo Grassi, e Aldo Patruno, direttore del dipartimento Turismo della Regione Puglia, si configura come un’immersione profonda nell’animo umano, oscillante tra le fragilità della guerra e la speranza di una pace duratura.
La programmazione, che si estenderà fino al 3 agosto, si articola in un caleidoscopio di eventi: opere liriche, concerti sinfonici, approfondimenti critici, incontri con gli artisti e dialoghi stimolanti.
Oltre al ritorno di “Tancredi”, il cartellone offre un’occasione unica per assistere alla prima italiana di “Owen Wingrave” di Benjamin Britten, un’opera che esplora il tema della coscienza e della disobbedienza civile, e una rara esecuzione, a cento anni dalla composizione, de “L’enfant et les sortilèges” di Maurice Ravel, un capolavoro impressionista che trascende i confini tra sogno e realtà.
La Quattordicesima Sinfonia di Shostakovich, diretta dal Maestro Fabio Luisi, direttore musicale del festival, promette un viaggio emotivo attraverso le tenebre e le speranze del XX secolo.
Una novità significativa di quest’anno è rappresentata da “In-chiostro: tra note e parole”, un ciclo di incontri che vedrà quattro ospiti di spicco dialogare con la musica, approfondendo il tema della guerra e della pace in scenari suggestivi come i chiostri barocchi e le masserie storiche.
L’atmosfera di riflessione e condivisione è stata anticipata dal progetto “In orbita”, che ha portato la musica nelle contrade e piazze di Martina Franca, e dall’inaugurazione della mostra fotografica “Eyewitness: guerre e pace” del fotoreporter Manoocher Deghati, un potente testamento visivo delle devastazioni e delle speranze che segnano il nostro tempo, esposta nel centro storico del borgo fino alla fine di agosto.
Organizzato dalla Fondazione Paolo Grassi in collaborazione con la Regione Puglia, il festival si estende oltre i confini di Palazzo Ducale, animando luoghi emblematici come la basilica di San Martino, il chiostro di San Domenico e le masserie del territorio, creando un percorso immersivo che coinvolge il pubblico in un’esperienza culturale intensa e memorabile, un invito a riflettere sulle sfide del presente e a coltivare la speranza di un futuro pacifico.