martedì, 24 Giugno 2025
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Acciaierie d’Italia: al vaglio del governo la CIGS per 4.050 dipendenti

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Il Ministero del Lavoro e delle Imprese e Made in Italy ha formalmente convocato le rappresentanze sindacali per il 25 giugno, alle ore 11, in una sessione ibrida (in presenza e in videoconferenza) volta ad analizzare approfonditamente la complessa richiesta di modifica della Cassa Integrazione Straordinaria (CIGS) avanzata da Acciaierie d’Italia, attualmente in amministrazione straordinaria, erede di un’eredità industriale pesante e controversa.La richiesta aziendale, sottoposta alla valutazione del Ministero e dei sindacati circa una settimana precedentemente, mira ad un ampliamento significativo della platea dei beneficiari della CIGS. L’istanza prevede l’estensione della misura a un totale di 4.050 dipendenti, con una concentrazione preponderante – 3.500 unità – localizzata nel sito produttivo di Taranto, epicentro di una crisi industriale pluridecennale che ha profondamente segnato il territorio e le comunità circostanti. Questo incremento rispetto alle 3.062 posizioni attualmente autorizzate, evidenzia la persistente difficoltà dell’azienda nel garantire la continuità operativa e la stabilità occupazionale.L’attuale scenario produttivo di Acciaierie d’Italia, gravato da fattori strutturali, economici e ambientali, necessita di un’analisi critica e multidisciplinare. La CIGS, pur rappresentando un ammortizzatore sociale cruciale per i lavoratori e le loro famiglie, non può essere considerata una soluzione definitiva ai problemi dell’azienda. È imperativo che la discussione del 25 giugno non si limiti alla mera approvazione o respingimento dell’istanza, ma si focalizzi sull’individuazione di strategie di rilancio industriale sostenibili, che coniughino la salvaguardia dell’occupazione con la tutela dell’ambiente e la responsabilità sociale.L’autorizzazione precedente, concessa a marzo per un periodo di dodici mesi, aveva delineato un quadro temporaneo di gestione della crisi. L’odierna richiesta di modifica testimonia la necessità di una riflessione più ampia sul futuro del settore siderurgico italiano e sul ruolo strategico di Acciaierie d’Italia nel contesto nazionale ed europeo. La riunione del 25 giugno si configura quindi come un momento cruciale, non solo per i lavoratori e le loro famiglie, ma anche per l’intera filiera industriale e per la credibilità delle politiche del lavoro del governo. La decisione che ne uscirà dovrà tenere conto della complessità della situazione, evitando soluzioni palliative e orientandosi verso un approccio che favorisca la transizione verso un modello di sviluppo più equo e sostenibile. Il dibattito dovrà coinvolgere attivamente tutte le parti interessate, con l’obiettivo di costruire un futuro per l’acciaio italiano che sia coerente con i principi della responsabilità sociale e della protezione ambientale.

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