giovedì 18 Settembre 2025
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Comune di Bari

Occupazione in Puglia: Picco nel 2024, Sfide e Prospettive Future

Il panorama occupazionale pugliese, alla fine del 2024, si configura con un picco di un milione e trecentomila occupati, un dato significativo che tuttavia si preannuncia rallentare nei bienni successivi.
Questa fotografia, tratteggiata dal primo rapporto Arpal Puglia, rivela una complessa interazione di dinamiche strutturali e tendenze emergenti, con luci ed ombre che delineano un quadro ben lontano dall’omogeneità nazionale.

Un elemento critico risiede nei tassi di attività e occupazione, inferiori alla media nazionale, che riflettono una potenziale sottoutilizzazione del capitale umano.

A ciò si aggiunge un’elevata incidenza di contratti non standard – una persistente forma di precarietà contrattuale rappresentata soprattutto da tempo determinato e part-time involontario – che mina la stabilità economica di una parte considerevole della forza lavoro.

Il divario di genere, ancora marcato, vede le donne costituire una porzione significativa dei 350.000 pugliesi potenzialmente occupabili, con implicazioni sociali ed economiche che richiedono interventi mirati.

L’analisi territoriale mette in luce differenze significative: la provincia di Bari si distingue per un maggiore dinamismo e una più ampia diffusione di professioni specializzate, mentre Taranto e Foggia, al contrario, affrontano sfide legate a tassi di occupazione più bassi e una concentrazione in settori a bassa qualificazione, perpetuando squilibri territoriali che necessitano di strategie di riequilibrio.
La struttura settoriale dell’occupazione pugliese è caratterizzata da un peso rilevante dell’agricoltura, dell’edilizia e del commercio, con una presenza relativamente limitata di settori industriali avanzati e di servizi ad alto valore aggiunto.
Questa configurazione riflette una specializzazione produttiva che, pur rappresentando un punto di forza, pone anche delle sfide in termini di diversificazione e innovazione.

Un elemento di crescente preoccupazione è il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro, un fenomeno che si è accentuato nel 2024, con il 42% dei contratti offerti che ha incontrato difficoltà nel reperire candidati idonei.
Paradossalmente, nonostante la difficoltà di soddisfare i fabbisogni aziendali, la maggior parte dei contratti richiesti si concentra su professioni a bassa qualificazione, sebbene si registri una crescente domanda di figure professionali specializzate, come dirigenti, operai specializzati, medici, farmacisti, informatici, ingegneri e tecnici con competenze specifiche in ambito ingegneristico e gestionale dei processi produttivi.

Il settore artigiano e industriale, in particolare, segnala una forte necessità di idraulici, elettricisti, saldatori e addetti alla produzione alimentare e calzaturiera, settori storicamente importanti per l’economia regionale.
Il 2024 ha visto un incremento delle assunzioni a tempo indeterminato in professioni qualificate, con punte significative per ingegneri (circa mille), sviluppatori software (oltre 700), infermieri e riabilitativi (oltre 1.200), indicatori di una potenziale transizione verso modelli occupazionali più stabili e valorizzanti.
Tuttavia, la domanda di figure specializzate in costruzioni (muratori, carpentieri, idraulici, elettrici, meccanici riparatori e autisti) e nel settore dei servizi (pulizie, magazzinaggio) rimane considerevole.
Le proiezioni per i prossimi anni indicano una crescita occupazionale moderata, stimata in circa diecimila unità all’anno.
Tuttavia, il successo di questa crescita dipenderà dalla capacità di affrontare le sfide strutturali che affliggono il mercato del lavoro pugliese, promuovendo la formazione continua, incentivando l’innovazione e riducendo le disparità territoriali e di genere, con l’obiettivo di creare un’economia più inclusiva e competitiva.

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