La Regione Puglia sta delineando una risposta strategica di ampio respiro per affrontare le crescenti sfide nel panorama della cybersicurezza, un’iniziativa cruciale in un contesto globale sempre più esposto a minacce digitali sofisticate. Il fulcro di questa strategia risiede nel rafforzamento del coordinamento, affidato al Responsabile per la Transizione Digitale, e nell’istituzione di un Centro di Risposta agli Incidenti e Protezione delle Infrastrutture Critiche (Csirt), un’unità operativa specializzata nella gestione proattiva delle vulnerabilità e nella protezione delle risorse vitali per l’economia regionale.Un investimento significativo, stimato in oltre undici milioni di euro per il triennio 2024-2026, testimonia l’impegno concreto della Regione Puglia nel costruire una solida architettura di difesa digitale. Questa dotazione finanziaria è destinata non solo a potenziare le capacità di risposta agli incidenti, ma anche a promuovere una cultura della sicurezza informatica a livello regionale, consapevoli che l’attuale scenario rivela un divario preoccupante: solo una minoranza delle Piccole e Medie Imprese (PMI) pugliesi adotta approcci maturi in termini di sicurezza, lasciando ampie fasce del tessuto produttivo esposte a rischi considerevoli.Il dibattito, al centro dell’edizione 2025 di ConfSec, l’evento di riferimento per la sicurezza digitale nel Sud Italia, ha messo in luce le criticità strutturali che affliggono molte aziende locali. Sistemi obsoleti, gestione superficiale delle password e assenza di soluzioni di sicurezza avanzate rappresentano vulnerabilità amplificate da limitazioni di budget e, non ultimo, da fragilità nella catena di fornitura. La resilienza digitale, pertanto, non è solo una questione tecnica, ma un imperativo economico e sociale.Un punto focale del confronto è stata la Direttiva NIS2 (Network and Information Security 2), universalmente riconosciuta come un motore di trasformazione per la cybersicurezza europea. La Prefetta Milena Rizzi, capo del servizio regolazione dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, ha sottolineato come la Direttiva non si limiti a imporre obblighi normativi, ma offra un’opportunità tangibile per elevare a livello strutturale la resilienza dell’intero sistema produttivo, italiano ed europeo. Si tratta di un cambio di paradigma, che implica una maggiore responsabilità per gli operatori di servizi essenziali e digitali, e una convergenza verso standard di sicurezza più elevati.L’implementazione di NIS2 ha portato alla creazione del Database Europeo delle Vulnerabilità, operativo dal maggio 2025 e gestito da ENISA (European Union Agency for Cybersecurity). Questa piattaforma, cruciale per la condivisione centralizzata di informazioni sulle falle software, mira a migliorare significativamente l’autonomia e l’efficienza nella gestione del rischio cibernetico a livello europeo. La condivisione tempestiva di informazioni sulle vulnerabilità consente una risposta più rapida e coordinata, riducendo l’impatto potenziale degli attacchi. Si tratta di un passo fondamentale verso una cybersecurity collaborativa, in cui la condivisione di conoscenze e risorse diventa un elemento chiave per la difesa collettiva.
Puglia, scudo digitale: 11 milioni per la cybersicurezza.
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